NUOVO RUOLO
Il Parco Valgrande “cresce”: nomina in Alparc
Il presidente Spadone consigliere in rappresentanza dei parchi italiani

Val Grande eletto rappresentante italiano di Alparc, la Rete delle Aree Protette Alpine. Lo ha deciso l’assemblea generale di Alparc, durante la quale è stato eletto il nuovo Consiglio direttivo dell’associazione e il presidente del Parco Nazionale Val Grande, Luigi Spadone, ha assunto un ruolo chiave come consigliere in rappresentanza appunto dei parchi italiani. Questa nomina non solo segna un importante traguardo per il Parco Nazionale della Val Grande ma sottolinea anche la crescente influenza e responsabilità del parco nell’ambito delle politiche di conservazione e gestione della biodiversità nelle Alpi.
IMPEGNO E RISULTATI
L’elezione di Spadone avviene a pochi mesi dall’ingresso ufficiale del Parco Val Grande nell’associazione Alparc, evidenziando quanto rapidamente sia stato riconosciuto l’impegno e i risultati ottenuti dal team che opera all’interno delle sue aree protette. Il ruolo affidato al presidente Spadone consentirà alla Val Grande di avere una voce significativa tra i vari attori coinvolti nella preservazione dell’ambiente alpino. Questo incarico offre l’opportunità non solo di portare avanti le specifiche esigenze e le peculiarità italiane nella gestione dei parchi naturali ma anche di contribuire alla definizione di strategie comuni che possano rafforzare la cooperazione transfrontaliera.
INIZIATIVE CONDIVISE
«La storia trentennale del Parco Nazionale della Val Grande è costellata da successi nella conservazione degli ecosistemi alpini e nella promozione dello sviluppo sostenibile; ora questo lavoro – evidenziano dall’Ente Parco - viene riconosciuto dai colleghi europei attraverso la figura del presidente Luigi Spadone. Il suo operato sarà fondamentale nel promuovere iniziative condivise tra i diversi parchi alpini, affrontando insieme le sfide ambientali odierne come il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità». La presenza attiva di Luigi Spadone nel nuovo consiglio direttivo dimostra quindi non solo una conquista personale ma rappresenta un’importante opportunità per valorizzare ulteriormente le risorse naturali italiane in ambito europeo.
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