DA VEDERE
«Van Eyck e le miniature medievali rivelate»
La mostra curata da Simonetta Castronovo è in corso a Palazzo Madama a Torino

Ricerca lunga e articolata quella che ha dato vita a Van Eyck e le miniature rivelate a cura di Simonetta Castronovo in corso presso Palazzo Madama a Torino, che ha avuto inizio partendo dalla schedatura fotografica di tutte le opere prese in esame, seguita poi da una campagna di analisi scientifiche compiute con tecniche FORS e XRF riguardanti supporti, pigmenti e dorature, al fine di rendere pubblica la preziosità della collezione di manoscritti e miniature rilegate del Museo Civico d’Arte Antica di Torino costituita da 20 codici miniati, 10 incunaboli e da un importante fondo di 80 tra fogli e miniature rilegate, eseguiti tra il XIII secolo e il XVI secolo. La mostra articolata in sei sezioni si apre proponendo un’ampia documentazione dedicata al Duecento e al Trecento. Tra le opere in mostra gli Statuti della città di Torino del 1360, noto come Codice delle Catene. Il volume enumera i distinti ordinamenti che regolavano i rapporti tra i singoli individui con i Conti di Savoia. Posizionata poco distante, una Bibbia del 1280 ritenuta capolavoro assoluto del Duecento Bolognese. Dotato di una elevata sensibilità nell’elaborare gli elementi cromatici, Van Eyck riuscì ad elevare lo splendore di ogni singolo manufatto oltre l’immagine reale. Il suo penetrante acume psicologico conferì a dare forma ai corpi nonostante l’imperiosità degli abiti. Fondamentale risulta la sezione dedicata al gotico lombardo che vede esposti frammenti provenienti da testi che delineano le preferenze presenti nella corte dei Visconti come il Giovanni Battista di Michelino da Besozzo. Mentre a definire il XV secolo nelle Fiandre è il prezioso codice delle Très Belles Heures de Notre Dame di Jean de Berry. La misura dell’influenza che le opere del pittore fiammingo hanno avuto nel corso della sua esistenza la si evince visitando la sezione dedicata al Rinascimento con il Messale del Cardinale Domenico della Rovere, miniato da Francesco Marmitta e gli incunabuli miniati nel Libro d’Ore di Antoine Vérard eseguito negli anni ottanta del Quattrocento. Il compito di chiudere il percorso espositivo è affidato al libro di Lettere Astrologiche del 1550, manuale di calligrafia realizzato per il giovane Emanuele Filiberto di Savoia. Nonostante sia considerato il capostipite della pittura del Quattrocento dei Paesi Bassi, incerte le note biografiche a partire dalla sua data di nascita, Maaseik 1390 circa. A condurlo alla pittura fu il fratello Hubert. Fu pittore di corte del Duca di Borgogna Filippo il Buono per il quale compì anche missioni diplomatiche nel 1428. Morì a Bruges il 9 luglio del 1441.
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