COMITATO IN AZIONE
Vanzago, barriere umane contro il quarto binario
No al potenziamento della ferrovia: riparte la battaglia
Mentre si avvicina l’apertura del cantiere, i “No quarto binario” sono pronti a tornare in piazza per rilanciare la loro protesta. Il Comitato Rho-Parabiago ha annunciato per domani mattina, domenica 17 ottobre, una manifestazione con flash mob, che prevede delle barriere umane in vari punti strategici di Vanzago. Vanzago è il Comune maggiormente interessato dal progetto per il potenziamento della linea ferroviaria che, tra la città di Rho e quella di Parabiago porterà alla posa di un nuovo binario di fianco ai tre già esistenti.
Amministrazione in piazza
L’iniziativa, è bene precisarlo, non ha nulla a che fare con le proteste dei “No green pass” in corso in tutta Italia. Anzi il sindaco vanzaghese Guido Sangiovanni parteciperà con la sua amministrazione alla manifestazione, che sarà pacifica, ed ha invitato tutti i consiglieri comunali, anche d’opposizione, a prendervi parte, per dire no ad un progetto considerato molto impattante che avrà conseguenze urbanistiche e ambientali sul territorio di Vanzago e dei Comuni interessati. Il flash mob prevede una prima iniziativa alle 9 su via Veneto, a seguire poi su via Pregnana, via Gattinoni, fino al finale in piazza mercato a mezzogiorno. «Il Governo, dopo aver ottenuto i fondi europei inserendo il progetto nel Pnrr tra i progetti per l’Alta velocità (cosa che non corrisponde al vero, in quanto la linea Rho-Parabiago non è una linea Alta velocità), l’ha persino commissariato, nominando come commissario l’amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Vera Fiorani, ndr) – fa sapere la portavoce del Comitato Dalia Sartirana -. «È inaccettabile che un’opera con così gravi e irrisolte criticità venga addirittura affidata al proponente dell’opera stessa, che non costituisce certo un soggetto super partes. Il progetto in questione è stato oggetto negli anni di un iter tortuoso e poco chiaro: nel 2005 dichiarato infattibile dagli stessi progettisti di Rfi e dal ministero dell’Ambiente, in quanto un ampliamento così rilevante della sede ferroviaria avrebbe provocato impatti ambientali insostenibili, dato il contesto altamente urbanizzato; nel 2012 fu annullato dalla giustizia amministrativa in entrambi i gradi di giudizio; nel 2014 fu respinto dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per innumerevoli e sostanziali criticità, ma è stato tuttavia ripresentato con le stesse criticità irrisolte, e nonostante questo è stato approvato (dagli stessi organi che l’avevano precedentemente respinto) con pareri fortemente omissivi e contraddittori».
L’inserimento nel Pnrr
«L’inserimento nel Pnrr e il successivo commissariamento - continua la nota - giungono come l’ennesima e più dolorosa azione del Governo che denota completo disinteresse verso le criticità di un’opera che impatterà gravemente sui paesi interessati». Il Comitato, in un periodo caldo per le proteste, chiede in ogni caso di essere ascoltato. «È un progetto inaccettabile per i cittadini che saranno costretti ad abbandonare le proprie case, per quelli che continueranno a viverci, subendo quotidianamente gli impatti del passaggio continuo dei treni a ridosso delle abitazioni, per il territorio, su cui quest’opera abnorme lascerà cicatrici indelebili. Il tutto per un’opera dichiarata fin dall’inizio incompatibile con il contesto urbanizzato, un’opera che non dovrebbe essere realizzata».
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