TRIBUNALE
Varese, 14 udienze tra “vecchio” e “nuovo”
Slitta la riforma penale: oggi avrebbe debuttato dinanzi al Gip Battarino. Che però l’ha anticipata con due assoluzione. In prospettiva il deficit di toghe

Erano quattordici i procedimenti dinanzi al Gip che avrebbero inaugurato oggi, mercoledì 2 novembre, a Varese la riforma del processo penale. Ma il rinvio della riforma, deciso nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri, ha fatto slittare il debutto.
Procedimenti coinvolti
A tenere a battesimo, in piazza Cacciatori delle Alpi, la nuova disciplina era chiamato il giudice Giuseppe Battarino, magistrato di lungo corso, rientrato a Varese da un anno e mezzo, che in vista appunto dell’entrata in vigore della riforma Cartabia, l’aveva scandagliata in tutti i suoi aspetti, di merito e procedura, insieme ai giovani addetti dell’ufficio del processo. Oggi, nell’udienza in aula C del Tribunale, insieme al Gip Battarino, l’addetto Giulia Brugnerotto. Dunque, slittando il “nuovo”, è stata applicata oggi la normativa (ancora) vigente.
La riforma per i Gip
La riforma, nei suoi aspetti salienti e pratici, introduce un sistema di sanzioni alternative al carcere, la cui previsione e in seguito tutta la fase dell’esecuzione della pena, ricadono sul Gip, sollevando il giudice di sorveglianza da questa competenza. Un rafforzamento o aggravio, secondo i punti di vista, delle incombenze del Gip. Ma - ecco il risvolto che avrebbe potuto già produrre effetti questa mattina - viene soprattutto ampliata la possibilità per il giudice dell’udienza preliminare di pronunciare assoluzioni: può infatti, al posto dell’archiviazione, scagionare con verdetto di non luogo a procedere.
Due assoluzioni
Oggi, tanto per stare nel contingente del giorno che avrebbe potuto essere e per il rinvio non è stato, il magistrato Battarino ha comunque stabilito due assoluzioni, aprendo già (come sembra abbia fatto da tempo) un’anticipazione della riforma, mediante interpretazione dell’articolo 425 del codice di procedura penale.
Deficit di toghe
La riforma, va detto, ha subito critiche, anche pesanti. Uffici Gip di “peso”, come quello di Milano, hanno fatto presente le difficoltà nell’attuazione con organici sottodimensionati (a Milano del 20-25%). A Varese, con tre giudici attivi sui quattro previsti nella pianta organica, la questione in termini di deficit di toghe non è in proporzione molto diversa da quella del capoluogo lombardo.
A Varese due con la valigia
A questo si aggiunge, in prospettiva, un ulteriore e ben più spinoso problema in piazza Cacciatori delle Alpi: dal nuovo anno, già inverno o al massimo in primavera, l’ufficio Gip dovrebbe perdere proprio Battarino e forse anche il giudice Anna Giorgetti, quest’ultima in procinto di trasferimento. Un quadro insomma poco rassicurante.
Sentenze (più) di merito
Ecco la modifica proposta dalla riforma per ciò che riguarda il potere ampliato di assoluzione da parte del Gip: «La regola del giudizio di cui all’articolo 425 comma 3, del codice di procedura penale nel senso di prevedere che il giudice pronunci sentenza di non luogo a procedere quando gli elementi acquisiti non consentono una ragionevole previsione di condanna». Una sentenza dunque di merito a tutti gli effetti.
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