IL CASO
Alla fermata con lo sgabello
In viale Milano capolinea dei bus ancora senza panchine, pensiline e biglietteria

L’immagine è emblematica: un passeggero che, in attesa del bus, apre uno sgabello portatile, stile campeggio. Altra immagine emblematica: sul tabellone degli orari delle corse, la locandina che invita ad «attendere l’autobus sulla banchina», raffigurando un utente seduto. Le panchine o i sedili sarebbero utili, anzi indispensabili, ma nella nuova sede dei pullman del servizio extraurbano - i bus blu - non ci sono.
Il capolinea in viale Milano, davanti alla stazione di Rfi, sotto il quartier generale dell’Associazione artigiani, è solo un marciapiede-banchina, peraltro non largo, privo sia di tettoie di riparo, sia di posti a sedere. Il trasloco lì dei pullman da piazzale Kennedy era avvenuto a maggio. Autolinee Varesine ha chiesto al Comune di dotare l’area di viale Milano, prima adibita a sosta con una corsia interna di marcia per le auto, di panchine, pensiline e di una biglietteria provvisoria. Ma al momento, nulla. E i disagi per l’utenza permangono. Se è vero che quello del maltempo - attesa sotto la pioggia - può essere risolto andando sotto il portico della sede degli Artigiani, quelli delle panchine e dell’assenza di rivendita di biglietti (rimasta in piazzale Kennedy) non hanno, per ora, rimedio. Essendo bus che coprono le linee extraurbane, e quindi hanno frequenza minore rispetto ai pullman cittadini, l’attesa può essere prolungata e l’utenza non più giovane avrebbe quindi bisogno di non trascorrerla in piedi. Anche perché il ritorno del capolinea in piazzale Kennedy, dove è prevista la realizzazione di una stazione dei bus, non avrà tempi brevi.
Altro problema la sicurezza. In quell’area è consentito solo l’accesso dei pullman. Ma le auto, che prima entravano per svoltare a sinistra verso la stazione o rientrare nel senso opposto di viale Milano per girare in direzione Giubiano, continuano a entrare, rischiando di andare contro i bus e di travolgere i passeggeri. Il cartello di divieto c’è. Ma non viene rispettato. Servirebbe - a mali estremi, estremi rimedi - un servizio di vigilanza, con agenti della Polizia locale o telecamere. Almeno per un po’, in modo da far capire che chi sgarra paga. Ora con le scuole, nelle ore di punta, partono da quel capolinea 8 corse nel giro di cinque minuti. Immaginabile il movimento. E se penetrano anche le auto è il caos: si forma la coda e al semaforo - il verde lì è breve - passano tre mezzi alla volta. Una situazione insomma da correggere. Come per la banchina “spoglia”.
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