PALAZZO DI GIUSTIZIA
Varese, anarchico a processo: Tribunale sorvegliato
Forze dell’ordine in piazza, si temeva l’arrivo di manifestanti. L’imputato: «Non riconosco il Tribunale». Condannato a un anno

Polizia e carabinieri mobilitati questa mattina, mercoledì 19 febbraio, davanti al Palazzo di giustizia di Varese dove si temeva potesse tenersi un presidio di anarchici a sostegno di un loro compagno sotto processo per la violazione di una misura di sorveglianza speciale. Ma l’imputato, 25 anni, non si è presentato, e nemmeno i suoi amici; il difensore, l’avvocato Marco Natola, ha depositato una dichiarazione scritta in cui, in sintesi, il giovane afferma di non riconoscere l’autorità del Tribunale. Tribunale che, con sentenza del giudice Rossana Basile, lo ha poi condannato a un anno di reclusione.
Analoghe misure di sicurezza erano state adottate a metà dicembre in occasione della prima udienza del processo. Il 25enne - residente in Svizzera, già coinvolto in un’indagine della Digos di Torino per un corteo che nel 2019 mise a ferro e fuoco il capoluogo piemontese e in un’altra per una manifestazione a La Spezia - in base a un provvedimento della Corte d’appello di Genova non avrebbe potuto allontanarsi dalla provincia di Varese (fino a poco tempo prima era stato ai domiciliari a casa del nonno nel Luinese), ma nel maggio del 2020 fu sorpreso in Svizzera, a Massagno, dalla polizia cantonale. Da qui la denuncia. Il pm Lucilla Gagliardi aveva chiesto la condanna a tre mesi.
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