ALL’ISIS NEWTON
Aule fredde, scoppia la rivolta
Mattinata di tensioni, occupata la presidenza e danni negli uffici: sospesi 76 studenti

Nuovo anno, soliti problemi nelle scuole superiori di Varese e provincia. E all’Isis fioccano addirittura le sospensioni.
Dopo un autunno critico ma tutto sommato non “tragico” - grazie alle condizioni meteo che hanno ritardato l’inizio vero e proprio dell’inverno - con l’arrivo di gennaio e dei primi veri geli ora la situazione rischia di precipitare.
Il primo caso è esploso ieri, mercoledì 8 gennaio, secondo giorno di scuola del nuovo anno, all’Istituto Statale di Istruzione superiore Isaac Newton di via Zucchi.
Nella scuola di Casbeno, dove già in passato si erano verificati episodi e momenti di tensione, al suono della prima campanella l’impianto di riscaldamento risultava praticamente “morto”. Risultato: temperature fra i 13 (nelle palestre) e i 15 gradi (aule e laboratori).
Sin dall’inizio delle lezioni alcuni rappresentanti degli studenti hanno contattato il dirigente Daniele Marzagalli il quale, conscio del problema, ha proposto ai ragazzi di temporeggiare in attesa dell’arrivo dei tecnici addetti alla sistemazione dell’impianto termico.
«Ma quando - raccontano alcuni studenti di quinta - dopo le 11 la situazione non era ancora mutata, a scuola ha iniziato a crescere un sentimento di rivolta, anche perché non si trattava certo di un problema inedito». Così, con il passaparola di classe in classe, più di un centinaio di alunni sono usciti in corridoio e si sono diretti alla presidenza, dove hanno attuato un’occupazione simbolica degli uffici in attesa di svolte concrete e chiedendo la fine anticipata delle lezioni.
«Un’azione assolutamente pacifica» puntualizzano i ragazzi. Ma purtroppo l’intento degli organizzatori è stato travisato e qualcuno, mentre il preside stava ispezionando la scuola con i tecnici della Provincia (arrivati intorno alle 12), è andato oltre, danneggiando una parete in cartongesso di uno degli uffici e scagliando rifiuti a terra.
Un gesto inqualificabile, certo, subito stigmatizzato dalla maggior parte dei manifestanti che si sono anche adoperati per raccogliere le cartacce e riportare l’ordine, ma il danno era fatto.
Al ritorno dal sopralluogo - nell’occasione aveva verificato che nel frattempo la temperatura nelle aule era salita fino a 18 gradi - il dirigente ha scoperto l’accaduto e non è rimasto certo con le mani in mano. In breve sono partiti i provvedimenti di sospensione cautelare (fino a sabato 11) per 76 studenti, con l’eventualità di aumentare il numero dei “puniti” (grazie alla verifica dai registri di quanti nel periodo incriminato si trovavano fuori dalle rispettive aule) e pure di prevedere ulteriori provvedimenti.
Questa mattina, l’ufficio di presidenza è stato nuovamente invaso da studenti e genitori che chiedevano spiegazioni e-o ripensamenti, ma la sospensione non è stata “congelata”, a differenza delle aule. Da notare che, come scritto sul registro, la presidenza ipotizza che gli studenti abbiano “chiuso le valvole termostatiche dei caloriferi e aperto le finestre” per abbassare le temperature a scuola.
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