INQUINAMENTO
Caccia all’odore di gasolio
Speleologi al lavoro, si indaga nel ventre del Campo dei Fiori: rimossi diversi detriti

In cima alla montagna e nelle sue viscere. Doppia attività per rintracciare e arginare le cause dell’inquinamento idrico che ha tolto l’acqua per una settimana a settemila persone, a Varese e dintorni, nei giorni scorsi.
Non si sono mai fermate le attività di verifica e campionamento delle acque compiute dagli speleologi del Cai di Varese. E mentre ieri sera, lunedì 22 giugno, è stato rimosso il “tappo” di fango e detriti dalla grotta che più ha emanato odore di idrocarburi, questa mattina sono invece riprese le operazioni per ripulire la cisterna di gasolio vicino all’area militare al Campo dei Fiori.
Nei prossimi giorni, la rimozione della cisterna, alla presenza dei tecnici dell’Arpa. E sempre all’Arpa gli speleo (coordinati a Varese da Mario De Blasi) che operano per conto del Parco del Campo dei Fiori, hanno consegnato in questi giorni i campioni d’acqua da fare esaminare, presi nei laghi e nei fiumi sotterranei, all’interno delle grotte del Campo dei Fiori.
In queste ore si attendono i primi risultati. C’è però un’altra attività ugualmente importante, per comprendere se l’inquinamento da idrocarburi abbia contaminato - e quanto - la montagna simbolo del territorio. E cioè «due campagne di rilevamento agli ingressi delle grotte, che sono risultate tutte negative tranne l’Antro della Calce», spiega il geologo e speleo Alessandro Uggeri.
Una squadra di speleologi varesini (coordinata da Mario De Blasi e composta dal tecnico del soccorso Greg Mondini e da Alessandro Uggeri), è scesa nel sottosuolo per verificare la situazione. Gli speleo hanno raccontato che l’ambiente sotterraneo è intriso di odore di idrocarburi ma la via verso il fondo è stata trovata bloccata da accumuli portati dall’ultima piena. Per questa ragione ieri sera è stata compiuta un’operazione di rimozione dei detriti per permettere di riprendere la via del fondo e verificare che cosa stia accadendo.
L’ingresso dell’Antro della Calce si trova sopra Velate, nella valle del Vellone. «La grotta è molto stretta nella parte iniziale, è lunga circa un chilometro e in profondità vi sono invece gallerie molto grosse, percorse da un torrente sotterraneo che si dirige verso la Grotta Nuovi Orizzonti e da qui verso le sorgenti dell’acquedotto di Luvinate e Barasso».
All’origine dell’inquinamento si crede possa esserci il cedimento di una cisterna di gasolio, in cima al Campo dei Fiori, ma non è per nulla certo che si tratti della fonte di inquinamento da idrocarburi che ha reso non potabile l’acqua per alcuni giorni, fino a quando non è stato possibile realizzare allacciamenti e lavori. Le tracce di idrocarburi hanno riguardato la rete idrica di alcuni quartieri di Varese (Bregazzana e Sant’Ambrogio in particolare) ma sono state 63 in totale le strade coinvolte, insieme con i Comuni di Barasso e Comerio.
Ora acqua potabile da tutti i rubinetti, ma la preoccupazione per l’origine dell’inquinamento continua.
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