ECOSISTEMA A RISCHIO
Caccia aperta ai cormorani
Predatori di pesci nel lago di Varese: via libera della Provincia all’abbattimento di cento esemplari

Cento cormorani saranno abbattuti, nelle prossime settimane, nel lago di Varese.
Lo si è deciso dopo un lungo iter che ha coinvolto vari enti, che hanno deciso di limitare la presenza di questi volatili, eliminando il 10 per cento delle presenze. Alla caccia al cormorano si è arrivati poiché, secondo quanto analizzato dalle autorità preposte, essi stanno creando problemi agli habitat lacustri.
Quali? Si nutrono dei pesci e la loro presenza predatoria ha creato una sorta di squilibrio fra la voracità degli uccelli e la proliferazione delle specie d’acqua. E quindi si è deciso di «ridurre il prelievo dell’ittiofauna da parte del cormorano, con particolare riferimento agli ambienti più a rischio».
Lo afferma una delibera di Villa Recalcati che, attraverso la Polizia provinciale, darà il via, a breve, agli abbattimenti. L’obiettivo è abbattere cento volatili, con il limite di due esemplari al giorno e con restrizioni per, chiaramente, preservare le aree più pregiate e sensibili del lago di Varese, specialmente nella sponda meridionale.
Alla cifra dei cormorani da abbattere nel territorio prealpino, si è giunti dal numero di 9.235 esemplari censiti in Lombardia, a cui si è deciso di dare un “taglio” del 10 per cento. La scelta di contenere la crescita demografica del cormorano risponde «all’esigenza di trovare un equilibrio – come si legge ancora nello studio redatto da Villa Recalcati – fra la sopravvivenza dello stesso e la tutela delle specie ittiche».
Il piano di abbattimento doveva concludersi a marzo 2019 e, in tal senso, arriva una sollecitazione della Regione: «Pur comprendendo le difficoltà legate allo scarso numero di agenti della Polizia provinciale – afferma l’assessore regionale all’agricoltura, Fabio Rolfi - unici abilitati ad attuare il piano, a causa degli effetti della sciagurata legge Delrio, ho scritto ai presidenti di Provincia per chiedere un’ulteriore sollecitazione affinché, nell’interesse dell’attività di pesca, si possa procedere secondo il crono-programma del piano di contenimento del cormorano».
L’attività predatoria del cormorano induce, inoltre, una serie di effetti secondari negativi: per esempio «ai pesci che, pur sfuggendo alla cattura, riportano lesioni, diventando maggiormente suscettibili alle malattie e alterando il proprio comportamento, fino ad abbandonare l’habitat naturale. Tali effetti incidono negativamente sulla comunità ittica del lago e vanificano gli sforzi degli interventi pregressi, effettuati dalla Provincia per la salvaguardia della specie autoctona e il controllo delle specie alloctone». Insomma, è come se si comprasse ogni ben di Dio in pescheria per una cena fra amici a base di pesce ma poi, a ingozzarsi, è soltanto un ospite indesiderato. In questo caso, appunto, il cormorano.
© Riproduzione Riservata