SERIE A
Caja: «Identità chiara»
Il coach spiega la strategia di mercato dell’OJM

Attilio Caja racconta la sua Openjobmetis partendo dalla spiegazione della strategia del mercato estivo.
«Condivido l’affermazione di Andrea Conti sul senso con cui è stata costruita una squadra della quale sono estremamente soddisfatto. Abbiamo cambiato tutti e sei gli stranieri, quelli che hanno maggiore minutaggio, in un’annata che prevede 2 retrocessioni per 17 squadre: serviva massima attenzione per evitare rischi e lo abbiamo fatto allestendo una squadra molto omogenea. Abbiamo privilegiato giocatori con trattamento di palla e conoscenza del gioco, in modo tale da valorizzare il più possibile il materiale a disposizione attraverso un sistema in cui la somma del collettivo sia superiore al valore dei singoli, come siamo riusciti a fare nelle ultime due stagioni».
Una squadra con una spina dorsale d’esperienza per trovare in fretta la quadra?
«Vene, Mayo e Tepic hanno una storia che può garantire un inserimento più veloce rispetto a quel che era accaduto due anni fa, quando eravamo ripartiti da due sole conferme: loro tre saranno la spina dorsale del gruppo, poi Clark, Peak e Simmons hanno buone qualità e dovremo indirizzarle nel miglior modo possibile. I primi tre, in particolare Josh e Siim, che Andrea Conti ha inseguito e poi ingaggiato con tenacia, sono elementi che danno sicurezza; il risultato della nostra stagione dipenderà dal rendimento degli altri. Nel 2017/18 per ingranare ci abbiamo messo un girone intero, quest’anno mi auguro che l’ambientamento dei sette nuovi sia veloce e serva relativamente poco tempo per imboccare la via giusta».
Dunque l’obiettivo primario è quello di stare lontano dalla zona pericolo?
«Farei la firma per ripetere una stagione come quella passata, in cui per tutto l’anno non abbiamo mai vissuto un giorno di sofferenza e per 29 partite siamo stati sul lato sinistro della classifica, chiudendo con 12 vittorie casalinghe, tra cui alcuni colpi contro Venezia e Cremona. L’anno scorso, però, con cinque conferme partivamo da una posizione diversa: la continuità all’inizio della stagione è un vantaggio enorme, storicamente le squadre che cambiano molto nel girone d’andata fanno più fatica».
Una OJM diversa negli uomini ma non nella filosofia rispetto alle ultime due edizioni.
«Spirito di squadra, attacco omogeneo, abnegazione e aggresssività difensiva sono il marchio di fabbrica che ormai ci viene riconosciuto da tutti. E anche a rimbalzo, così come abbiamo inventato Okoye e Scrubb all’interno del sistema, saremo in grado di far bene. Abbiamo un’identità chiara che soprattutto a Masnago dobbiamo imporre: sono pochi i posti d’Italia che danno una spinta da vero sesto uomo in campo, vogliamo alimentare questa empatia col modo di allenarsi e combattere con decisione in ogni partita. Per noi il pubblico è una componente molto importante, questo valore dovrà essere trasmesso in fretta ai nuovi».
Quindi la nuova OJM funzionerà se ognuno farà al meglio la propria parte?
«Varese è un ambiente dove ogni componente alimenta l’altra in termini di fiducia: la società ne ha in me, io l’ho nei giocatori e loro ne hanno nel pubblico. Sul mercato sono arrivati solamente elementi motivati scartando chi ha preso tempo o ha chiesto garanzie sul minutaggio. Ora dobbiamo far rendere al meglio le risorse che la società ci ha messo a disposizione: sarà compito mio e dello staff, ma sono estremamente carico per iniziare la nuova stagione con il roster allestito assieme a Conti e Bulgheroni».
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