SPELEO CAI
Quando al Campo dei Fiori viveva l’orso
Nel corso degli anni i ritrovamenti di oltre 700 resti di ossa

Quando il Campo dei Fiori spuntava come un isolotto tra i ghiacci, c’era l’orso delle caverne che si rifugiava nelle grotte. E nella grotta sopra fontana Marella, sul versante settentrionale della montagna , andava a svernare.
Settecento resti di ossa, per la maggior parte di Ursus Speleus, cioè di orso delle caverne, sono stati trovati anni fa durante una campagna di scavi paleontologici. Le ricerche risalgono almeno a due decenni fa. Tanto tempo è passato e ora la grotta ha bisogno di essere sistemata e ripulita.
Per questo motivo oggi una decina di volontari si recherà nella grotta per una giornata di pulizia e di messa in sicurezza.
L’iniziativa è promossa dal Gruppo Speleologico del Cai Varese in collaborazione con il Campo dei Fiori. «L’abbiamo chiamata operazione “Orso pulito” e riguarda la grotta lunga un centinaio di metri, sul versante Nord, la cui visita è sconsigliata ai non esperti per la presenza di passaggi pericolosi e per il rischio di frane», spiega Alessandro Uggeri, geologo del Cai e speleologo che in passato ha seguito anche parte degli scavi paleontologici curati dall’Università di Milano e coordinati dai docenti Tintori e Bini.
«La campagna di scavi è stata particolarmente lunga e sono stati studiati in particolare tre livelli della grotta», racconta il geologo. I due superiori hanno 24mila anni «e si riferiscono a un momento particolare della storia geologica del Varesotto e cioè l’ultima avanzata glaciale, quando il Campo dei Fiori era una sorta di brullo isolotto circondato dal ghiacciaio Verbano che, provenendo da Nord, occupava quasi per intero la conca del lago di Varese».
Le indagini sono state particolarmente fruttuose, visto che sono stati trovati oltre 700 resti di ossa. L’orso delle caverne regnava sovrano. I resti, studiati dall’università di Milano, «evidenziano la frequentazione della grotta, soprattutto durante i lunghi letarghi invernali». I ricercatori hanno compreso che la popolazione di orsi era mista «maschi e femmine insieme, cosa piuttosto rara con esemplari di dimensioni inferiori alla media, probabilmente per carenza di cibo, soprattutto quello di origine vegetale». Inoltre le caratteristiche dei denti «evidenziano anche una dieta più carnivora dell’usuale, dovuta forse alle condizioni climatiche che non erano favorevoli allo sviluppo della vegetazione».
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