CONCORSO IN RITARDO
Carcere dei Miogni, niente medici
La denuncia: contratti scaduti il 31 dicembre, al rinnovo manca un mese

La scorsa settimana La Prealpina ha dedicato un’intera pagina all’eterna difficile situazione del carcere dei Miogni, che per il suo stato di degrado rappresenta una ferita profonda e insanabile in una città che altrove mostra con orgoglio il suo volto migliore. Abbiamo ricordato i numerosi progetti di ristrutturazione o addirittura di trasferimento delle carceri varesine, sempre naufragati, e ora una lettera apre un nuovo fronte per quanto riguarda l’assistenza sanitaria. Qui non è questione di grandi progetti o di soldi che non ci sono, ma di lungaggini burocratiche che finiscono per pesare su vite già alle prese con grandi difficoltà.
«Invio questa lettera per manifestare la situazione, a mio parere paradossale, che sono stato costretto a vivere in questi giorni. Sono il Capo Area Sanità Penitenziaria Asst Sette Laghi Varese, presso la Casa Circondariale della città, e rendo noto che nella suddetta struttura svolgono la loro professione, al fianco del sottoscritto, altri quattro medici di guardia, presenti per dieci ore giornaliere, dal lunedì alla domenica.
Tali medici sono costretti a sostenere un concorso libero professionale per tale incarico, ogni due anni, nonostante la maggior parte di loro sia presente nella struttura da un bel po' di anni.
Fin qui tutto sembrerebbe nella regola. Invece arriva l'assurdo: il 31 dicembre 2023 scade il contratto libero-professionale dei medici. Il sottoscritto comunica alle sedi competenti dell'imminente scadenza del contratto dei medici, che a sua volta avvisano l'ente addetto dell'ospedale, in tempi ragionevoli. Nonostante ciò fosse avvenuto in tempi opportuni, il bando è stato pubblicato solo il 29 dicembre 2023 alle 17.30. Consegue, quindi, che dal primo gennaio 2024 i medici di guardia non possono svolgere la loro professione. Sembrerebbe inoltre che non sia possibile prorogare gli attuali contratti per un periodo di 30-40 giorni (a mio parere tempi necessari per organizzare il concorso e la graduatoria delle persone idonee), secondo quanto riferito dagli addetti degli uffici competenti. Resta l'amarezza nel vedere situazioni che in 32 anni di professione in quella struttura non era mai capitato di dovere affrontare. Purtroppo a malincuore, mi sento in dovere di esprimere che chi ne pagherà le conseguenze sarà la popolazione ristretta, che non potrà usufruire di un accurato servizio sanitario».
(Capo Area Sanità Penitenziaria ASST Sette Laghi Varese, presso la Casa Circondariale di Varese)
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