SERIE A
«Con le big competitivi solo in casa»
Limiti e pregi dell’Openjobmetis analizzati da Andrea Conti dopo il tonfo di Milano. Cervi? «Possibile, ma tra un mese»
Andrea Conti plaude alla qualità e alla concretezza espressa da Milano in un derby a senso unico per ampliare il discorso sulle caratteristiche dell’Openjobmetis versione 2019/20.
I biancorossi non hanno mai retto l’urto di un’Ax Exchange parsa trasformata rispetto a 15 giorni fa, quando aveva perso la terza partita su 5 in campionato a Cremona:
«Doverosa premessa relativa ai complimenti da fare a una squadra nella quale si sta iniziando a vedere il valore del lavoro di Ettore Messina. La fiducia delle imprese in Eurolega si è trasmessa agli italiani, decisivi domenica; anche all’esterno si percepisce un modello organizzativo di altissimo livello che viene poi trasmesso alla squadra. Merito di Ettore nella doppia versione coach e presidente; oggi la Virtus è più avanti per condizione fisica e chimica, ma l’Ax Exchange mi ha fatto una grande impressione. Certo un mese fa non erano allo stesso livello, ma il calendario non possiamo scegliercelo: ci vuole anche un pizzico di fortuna di incontrare le avversarie nel momento giusto, sono certo che Milano non commetterà più passi falsi come quelli contro Brescia, Brindisi e Cremona...».
Al Forum è apparsa nuovamente la difficoltà nel reggere l’urto contro avversarie fisicamente stazzate che era già emersa contro Sassari...
«Facciamo fatica perché non riusciamo a impostare il nostro gioco: i cambi difensivi contro una squadra così fisica ci hanno tolto efficacia nella circolazione di palla, oscurandoci i passaggi e sporcandoci i tiri. Ci hanno tradito le percentuali, non la qualità della nostra pallacanestro: abbiamo provato a essere aggressivi ma non facendo canestro da fuori è diventato tutto più difficile. È una questione di caratteristiche generali e non individuali: il nostro sistema di gioco ha sviluppato un discreto volume di gioco in termini di fluidità».
Ci sono alcune partite nelle quali dunque Varese rischia di non riuscire ad essere competitiva, specie nella circostanza in cui le percentuali da fuori non premiano la sua costruzione del gioco come accaduto invece a Bologna?
«Contro le squadre di fascia alta possiamo provare a competere in casa, a parte Sassari all’esordio dove abbiamo avuto un approccio non ottimale. Le varie Milano, Bologna, Venezia più la stessa Sassari hanno un livello di fisicità e di profondità della panchina che ci costringe a fare sforzi extra per reggere l’urto. Non è questione di un giocatore in più: dobbiamo combattere con le nostre armi contro avversarie più grosse e più lunghe che non fanno mai scendere il livello ad ogni cambio».
Per aumentare l’impatto interno potrebbe essere una opzione quella di Riccardo Cervi, attualmente vostro ospite per ritrovare la migliore condizione (domenica a Milano dietro la panchina biancorossa in tuta OJM, Ndr)?
«Potrebbe darci una mano nel far rifiatare Simmons e ad aumentare la presenza fisica in mezzo all’area, soprattutto nel nostro gioco alto-basso per sfruttare al meglio i suoi 214 centimetri. Oggi però il giocatore ha bisogno di un mese per tornare in campo attraverso un percorso graduale di lavoro: sarà un’opzione da verificare più avanti».
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