DEGRADO
Corte Perabò, sacchi e rifiuti dove arrivano i turisti
Immondizia nel centro storico di Varese: «Serve più civiltà»

Tre sacchi di colore viola che campeggiano da giorni. Inzuppati. deturpanti. Inguardabili. E quella accanto che cos’è? Una pentola riempita di bottiglie vuote. Ah. Qui Varese, centro storico, uscita della Corte Perabò su via Griffi. Massima visibilità dunque.
LA RACCOLTA NON C’ENTRA
La domanda maliziosa che verrebbe spontanea è sulla raccolta dei rifiuti: si sono scordati il prelievo dei sacchi e del resto proprio davanti alla casa nobile della città?. La risposta arriva da un professionista che ha lo studio proprio in quella zona e che ha segnalato il problema: «No, il servizio c’è e funziona, la questione è un’altra... ».
STOP A SACCHI IRREGOLARI
La società che si occupa del ritiro in città ha da tempo avvertito, anche attraverso il Comune, che i sacchi irregolari, ovvero quelli con differenziata non conforme, sarebbero stati lasciati sul posto, apponendo un’etichetta di “ammonizione”. E dopo un periodo di tolleranza, ecco che la linea del rigore viene adottata anche nel cuore della città. «E giusto - osserva il varesino che ha segnalato appunto il caso -. Se continuasse la logica che intanto i rifiuti vengono comunque raccolti, non si avrebbe il risultato sperato». Viene inoltre fatto notare «che il Comune sta facendo la sua parte, la lacuna è da parte dei cittadini».
LA CONTROINDICAZIONE
Le regole, già. I sacchi e più in generale i rifiuti abbandonati non devono essere prelevati se riconducibili a case, palazzi, comunque a un’area dove c’è l’utenza. Ma il rovescio della medaglia è che restano lì. Anche giorni. Come nello specifico di Corte Perabò (o Casa Perabò) e via Griffi. Lo spettacolo non è edificante. Soprattutto dove c’è un punto di visite anche turistiche e didattiche.
TURISTI, OSSERVATE...
Affreschi sui soffitti. Una teca con l’albero genealogico. Un piccolo gioiello all’interno del centro storico. Così si presenta Casa Perabò, alle spalle di corso Matteotti, meta di visite guidate. «Sì - conferma il professionista che ha lì gli uffici -, ci sono iniziative che coinvolgono i turisti, visite organizzate da esperti e tappe da parte delle scuole».
UNA LUNGA STORIA
Si intrecciano, nella piccola Corte Perabò, storia e arte. Una storia che risale al 1500, ai facoltosi mercanti e commercianti. Affreschi appunto. L’albero genealogico. Il portone d’ingresso. Lo stemma sul pavimento. Da fuori, il complesso è discreto. Ma una volta dentro, si apre un mondo ricco di dettagli di pregio. Tutto questo per dire che il degrado sull’uscio stride in maniera esagerata. E se lunga è la storia di questo angolo raffinato del centro storico, contemporanea ma altrettanto lunga è quella dei rifiuti selvaggi. Una decina d’anni fa, una lettera (pubblicata anche dalla Prealpina) e firmata da residenti e commercianti della zona, che invocava maggiore decoro.
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