GULLIVER
Curtò al posto di don Barban
Cambio di presidenza: un magistrato sulla poltrona del fondatore

Continuità nel cambiamento, mettendo al centro sempre la persona, è stato detto e ripetuto più volte, ieri al centro Gulliver di via Albani.
Don Michele Barban ha rassegnato sofferte dimissioni dopo 34 anni dei suoi 78 che, dopo un malore che lo vede ora impegnato a riprendersi in una struttura riabilitativa, significano praticamente tutta una vita. E’ stato l’anima del centro che aveva fondato nel 1986 e che oggi conta nove comunità terapeutiche (7 nell’ambito delle dipendenze e 2 della psichiatria).
Al posto di Barban subentra Emilio Curtò, presidente del tribunale di Varese per sette anni, fino al 2012; con lui anche due nuovi consiglieri, Filippo Bianchetti, per anni medico di base, e Fernando Fasolo, consulente aziendale del lavoro. Prendono il posto dei due dimissionari insieme con don Barban.
Nella squadra, in carica per i prossimi 9 mesi, il vicepresidente Fanzini e la consigliera Michela Moroni, consulente del lavoro. «Proseguire nell’attività di don Michele significa non dimenticarsi che si tratta comunque di un’azienda da 5 milioni di euro di fatturato, con circa 150 persone tra dipendenti e collaboratori - ha ricordato il vicepresidente Roberto Fanzini, che 13 anni fa fu chiamato proprio da Barban a occuparsi del lato finanziario della struttura - L’eredità resta, le sue radici anche, ma bisogna proseguire: il 4 agosto è stato rinnovato il consiglio d’amministrazione a seguito delle dimissioni del presidente. La necessità di garantire l’assistenza necessaria ai pazienti si è scontrata con le difficoltà riscontrate con il Covid. Già con don Barban ci siamo sempre confrontati sugli aspetti più onerosi; continuiamo a farlo guardando al futuro».
Dalle parole di chi gli è stato vicino per anni emergono quanto quelle dimissioni siano state sofferte; già due anni fa, in seguito a una sua malattia, la struttura ha saputo reagire con forza, continuando sulla strada della cura per la persona. A Curtò, nel consiglio di agosto, ha detto sì il 90 per cento dei soci. E lui, pur messinese di nascita ma calato da 50 anni nella realtà varesina, prima si è informato bene sulla struttura su Internet, poi ha deciso di accettare.
Per «restituire parte di quanto ricevuto dalla vita», mettendosi a disposizione: come per tutti i consiglieri, l’incarico è di volontariato, quindi non oneroso per il centro. E pur mantenendo le caratteristiche del Progetto Uomo della Ceis di Roma, la filosofia cui si ispira il Gulliver, la nuova squadra s’è messa al lavoro anche per ripianare lo squilibrio economico finanziario accentuato dal virus. «Cercheremo di recuperare risorse, come si è sempre fatto, appena sarà possibile, attraverso eventi - ha concluso Curtò - Alla città lancio un invito: darci una mano. E a don Barban dico: questa è sempre casa sua, ci dica quale ruolo sceglierà di ritagliarsi e noi lo abbracceremo».
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