LA CRISI
Senza soldi per l’affitto
Già diciassette sfratti nelle case popolari nel 2019

A dire che l’emergenza abitativa è reale, è il fatto che anche nelle case popolari arrivano gli sfratti.
Non solo la notifica, non solo la visita dell’ufficiale giudiziario, con tempi e modi diversi e più dilatati rispetto a quanto può avvenire nel mercato privato.
Nei primi quattro mesi dell’anno sono già stati eseguiti, sul territorio provinciale, 17 sfratti di cui 16 per morosità (cioè per il mancato pagamento del canone di locazione).
Lo scorso anno, gli sfratti compiuti sono stati 26, con tutto il carico di problemi collegati al fatto che si tratta di inquilini che non navigano nell’oro e dunque hanno ancora più problemi di sistemazione futura.
Per avere una idea della situazione, se sembrano numeri piccoli, basti pensare che nel 2016 furono solo quattro.
Dunque, una escalation dell’emergenza abitativa sempre più diffusa.
A lanciare l’allarme e a dire che le misure economiche a sostegno degli inquilini predisposte non sono comunque sufficienti, è il sindacato Sunia, per voce del segretario Flavio Azzena.
«La situazione del disagio abitativo è sempre più pressante, sia nel mercato privato sia in quello pubblico. Vi sono evidentemente poche risorse per tutti, vi sono situazioni familiari di enorme fragilità, laddove vi sono famiglie con figli minorenni, ma non solo».
La situazione è la seguente, sul fronte edilizia residenziale pubblica.
Il patrimonio Aler (cioè l’Azienda lombarda per l’edilizia residenziale di Varese-Como-Monza Brianza-Busto Arsizio), per quanto riguarda l’area di Varese, è di circa 6.800 alloggi in 73 Comuni di cui il 78% proprio di Aler e il 22% rimanente gestito dall’azienda per conto dei Comuni.
Per quanto riguarda il capoluogo, vi sono 1.763 alloggi popolari (più 1.151 box o posti auto) più 35 alloggi comunali ma gestiti da Aler (più circa 600 appartamenti popolari solo del Comune).
Non che i fondi regionali messi a disposizione siano pochi per sostenere chi ha difficoltà a pagare canone e spese.
Il Contributo regionale di solidarietà per la provincia di Varese, cioè per chi occupa un alloggio Aler e non riesce a pagare l’affitto, ammonta a 824mila euro per il 2018 (fondi che verranno distribuiti nell’arco di quest’anno).
Soltanto per il capoluogo, del totale è prevista la ripartizione di 282mila euro. Ma chi può accedere ai fondi?
Le famiglie che si trovano «in comprovate difficoltà economiche» possono ottenere tra i 1.500 e i 2.500 euro, cifra, quest’ultima, per chi ha un Isee davvero basso e cioè compreso tra 0 e 7mila euro.
Inoltre bisogna avere accumulato una morosità per canoni e spese che non deve essere superiore agli 8mila euro, altrimenti non si “becca” un quattrino.
Questa la situazione per le case Aler, ma va ricordato che la Regione Lombardia ha messo a disposizione in totale, sul fronte del sostegno abitativo, oltre 24 milioni di euro, per aiutare chi, nel pubblico e nel privato, non riesce ad affrontare la situazione.
«Vale sempre, anche sul territorio varesino, la posizione più volte espressa dal segretario generale del Sunia, Daniele Barbieri - prosegue il segretario provinciale Flavio Azzena - secondo cui è indispensabile richiedere al governo di aprire un confronto costruttivo con le parti sociali, poiché la questione è sempre stata affrontata con una visione emergenziale che ha ispirato pochi provvedimenti e scarse risorse».
Per i vertici Sunia, invece, «bisogna procedere con una seria analisi del disagio e del fabbisogno e con un piano pluriennale di aumento dell’offerta di alloggi sociali».
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