SOLIDARIETÀ
Doccia e colazione dopo la notte in strada
A Biumo una “casa” per i senzatetto: volontari alleati

Varese è tutt’altro che indifferente ai senzatetto e in generale alle emergenze sociali: anzi sul fronte solidale non è mai mancato il supporto di istituzioni, volontari, associazioni e anche singoli cittadini che rispondono subito agli appelli per alleviare le sofferenze altrui.
Molti si mobilitano in vista della stagione fredda, pensando alle prime notti gelide per chi dorme all’aperto, come dimostra la donazione di tre sacchi a pelo a chi staziona nella galleria di via Veneto, nel cuore dello shopping.
Ma sono molte altre le iniziative, con la regia dei Servizi sociali, che coprono le diverse fasce della giornata: per la fascia della mattina, un mondo prezioso e discreto è il Drop-in della cooperativa Colce (Lotta contro l’emarginazione) a Biumo Inferiore in via Walder.
Qui i senzatetto possono fare colazione, farsi una doccia, la barba, e persino il bucato per cambiarsi d’abito, recuperando così quelle azioni normali, quotidiane, persino banali che invece si possono perdere nella vita sotto le stelle. Tutto gratuitamente, grazie al finanziamento della Regione Lombardia ora anche attraverso i fondi europei per le gravi marginalità. «Si garantiscono i servizi-base ma anche con un approccio più strutturato - spiega la responsabile di Colce Roberta Bettoni -. Il Drop-in è un punto di primo accesso libero a tutti, senza controlli o “contratti educativi”, aperto da lunedì al venerdì (tranne il mercoledì) dalle 9 alle 11.30. Vengono forniti anche kit monouso per l’igiene personale, dalle lamette alle salviette, dal dentifricio ai saponi, per la massima praticità. Chi lo desidera può anche prenotare la doccia o la lavatrice. Seguiamo circa 40 persone, fisse o nuove, alcune senza dimora ma non solo».
Oltre la risposta alle prime necessità come l’igiene, c’è il lato progettuale: visite mediche, con test vari per Hiv o epatite una volta all’anno. «Chi vive in strada infatti può avere anche dei comportanti a rischio o abusare di alcol e sostanze - continua la responsabile -. Agiamo in stretta sintonia con ospedale e Servizi sociali del Comune. In alcuni casi riusciamo anche a procedere con percorsi di inclusione sociale e lavorativa, visto che molti hanno perso tutto, documenti e residenze, anche in seguito ai censimenti. Spesso bisogna ripartire da zero. Abbiamo anche un servizio di consulenza legale su temi come multe, affitti non versati, con rimando ad altri uffici per le pratiche».
In prevalenza si tratta di uomini soli o con famiglie disgregate, al 90 per cento dai 20 ai 60 anni, ma i pochi casi che riguardano le donne sono anche i più disperati fino allo sfruttamento: gli accessi sono divisi a metà fra italiani e stranieri. Il nemico numero uno è la vergogna. «Prima si interviene e più si riesce ad avere risultati, per esempio sul riacquisto di competenze, dalla capacità di avere un colloquio al restare tutti insieme per diverse ore - aggiunge Roberta Bettoni -. Qui possono entrare tutti, con due regole precise: niente violenza né sostanze. Il Drop-in è un angolo di pace, tranquillità dopo le difficoltà della strada: è importante lavorare in sinergia con le altre associazioni, per avere un approccio comune. Per questo abbiamo formato tutti i volontari della città per evitare: Varese fa molto, non è in condizioni peggiori di altri centri simili di provincia, Biumo è un quartiere vivo, tutt’altro che dormitorio».
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