SANITÀ
Varese: «Ecografia? Quattro mesi». Raccolta firme dal Pd
Chi paga fa subito, gli altri devono aspettare. Liste d’attesa, i casi più clamorosi

Quanto tempo ci vuole per prenotare una mammografia bilaterale con prescrizione di massimo 10 giorni all’ospedale di Circolo? Più di sei mesi.
E un’ecografia completa dell’addome urgente, da fare in 72 ore all’ospedale Del Ponte? Quattro mesi. Molto meglio a Tradate o al Circolo, ma servono comunque due settimane. Conviene rivolgersi ad Angera dove l’urgenza viene rispettata (tempi molto lunghi, invece, per prescrizioni da 10 giorni in su), almeno per questa prestazione, perché per una visita oculistica urgente ci vogliono addirittura tre mesi. Questi dati sono stati raccolti ieri mattina, verificando i tempi di attesa di alcune prestazioni sul sito dell’Asst Sette Laghi, ma il problema dei tempi di attesa per la sanità pubblica lombarda sono una “patologia” abbastanza cronica e che si è aggravata con la pandemia.
RACCOLTA DI FIRME
È per questo motivo che il Partito democratico della Lombardia ha deciso di delineare otto azioni per affrontare la questione, lanciando una raccolta firme tra i cittadini, come hanno spiegato IL consigliere regionale, e capogruppo in commissione Sanità del Pirellone, Samuele Astuti e il segretario provinciale del Pd di Varese Giovanni Corbo. «Il problema delle liste di attesa per la sanità lombarda è enorme – ha detto Astuti - soprattutto se confrontato con i tempi riservati a chi può pagarsi le prestazioni. Io stesso continuo a ricevere segnalazioni, le ultime due riguardano un’ecografia alla vescica, con agenda addirittura chiusa in tutta la Asst e invito a riprovare a settembre, e una persona che attende da quattro anni di essere operata alla prostata. Con questi dati si deve constatare che in Lombardia la sanità non è più un servizio universalistico, accessibile a tutti, e questo è grave da un punto di vista del principio e molto rischioso per la salute di chi non può permettersi di spendere i soldi per visite ed esami».
QUALI SOLUZIONI?
Soluzioni? «Abbiamo identificato alcune risposte al problema, come la realizzazione di cinquecento Case di comunità, una ogni 25mila abitanti e non ogni 50mila, capaci di alleviare gli ospedali anche da una parte della diagnostica, la realizzazione dell’agenda unica per le prenotazioni tanto nel pubblico quanto nel privato e la previsione che se un ospedale non riesce a rispettare i tempi richiesti dalle prescrizioni dei medici, al paziente vengano garantite le prestazioni come se fossero fatte a pagamento, ma a carico della sanità pubblica. Ci tengo a sottolineare che il problema delle liste di attesa non è responsabilità del personale sanitario, che ha lavorato e sta lavorando in condizioni difficili e già al limite delle proprie possibilità. È una questione di organizzazione, e spetta alla Regione».
Il Pd propone anche di creare un sistema per cui, con una sola telefonata o un click sull’apposito sito web o sull’app del fascicolo sanitario elettronico, si possa accedere a tutte le possibilità di prenotazione di un particolare esame, nelle strutture pubbliche e in quelle private convenzionate.
«SERVONO RISPOSTE CHIARE»
Inoltre, con la raccolta firme «mettiamo in campo – ha aggiunto Corbo - delle proposte concrete e ben ponderate, per affrontare un problema riconosciuto da tutti i cittadini. Sarebbe facile, ma ci teniamo a evitare ogni strumentalizzazione, quindi ci aspettiamo che il presidente Fontana e la giunta di centrodestra ci diano risposte altrettanto chiare. Organizzeremo anche in provincia di Varese, come in tutta la Lombardia, gazebo e banchetti nelle nostre feste e nelle comunità in cui ci sono i nostri circoli. Ciò che vogliamo è che la difficoltà di accesso alle prestazioni specialistiche del servizio sanitario regionale possa essere superata».
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