L’ULTIMO SALUTO
Varese, folla per l’addio a Bruno Arena
In San Vittore i funerali del comico. Max Cavallari: «Nella mia valigia ci sarà sempre lui»

Chiesa gremita per l’ultimo saluto al comico dei Fichi d’India, Bruno Arena. Un funerale commovente ma anche divertente, proprio come lui avrebbe voluto.
La cerimonia è iniziata oggi, venerdì 30 settembre, alle 15.30 nella Basilica di Varese, ma gli ami e i colleghi hanno voluto accogliere la salma di Bruno e al suo arrivo in piazza San Vittore, poco dopo le 14.30, erano già tutti presenti. Gli amici di Varese ma anche i comici che dalla Città Giardino hanno mosso i primi passi, guardando proprio i suoi sketch con l’amico Max Cavallari. Insieme ai colleghi di Colorado e Zelig, Bubi, Marzio Rossi, Urbano Moffi, Paolo Ruffini e Katia Follesa, Stefano Chiodaroli, Linus e Albertino, alcuni dei quali sono rimasti in piedi, in prima fila, durante tutta la cerimonia, disposti ai lati delle navate come in segno di rispetto per un grande professionista dello spettacolo e abbracciando idealmente la famiglia, la moglie Rosy e i figli Gianluca e Lorenzo.
«Perché l’affetto e l’amore sono state proprio la forza della famiglia Arena», soprattutto negli negli ultimi nove anni da quando Bruno era stato colpito da ictus e costretto ad allontanarsi dalle scene. Lo ha ricordato don Giuseppe Cadona, oggi parroco di Luino ma figura spirituale di riferimento della famiglia quando stava a Barasso. «Forte come la morte è l’amore - ha detto - E negli ultimi nove anni di dolore è stato l’amore che vi unisce a trionfare. Siete stati la possibilità di vita di Bruno, quello che avete condiviso, come cercavate di dare parola ai suoi pensieri. In casa ho respirato l’amore che vi eravate promessi. La carità di Bruno si chiama generosità, forza e coraggio, semplicità, ma soprattutto allegria e divertimento». Quella ricordata dall’amico Max una lettera che ha trasformato l’omelia in un sketch, «immaginando Bruno sorridere con noi e per noi».
Al termine della cerimonia il commosso ricordo del figlio Gianluca («Mio papà, Bruno, non era solo nostro, era di tutti voi e ora non sarebbe qui ma fuori dalla chiesa a raccontare barzellette con i pantaloncini corti») e dell’amica Benny. E poi il grande applauso che si è levato da piazza San Vittore quando il feretro ha lasciato la Chiesa.
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