IL RITROVAMENTO
Girini nella piscina di casa: salvati
Intervento delle Gev in un’abitazione di Sant’Ambrogio: liberati a Bregazzana

Hanno notato quelle macchie scure nell’acqua della piscina e, quando si sono avvicinati, si sono accorti che si tratta di centinaia di girini. A Varese sono arrivate le Guardie ecologiche volontarie del Parco regionale del Campo dei Fiori che, con retini, bidoni e tanta pazienza, li hanno recuperati ad uno ad uno, per poi trasportarli allo stagno della Cascina Tagliata, a Bregazzana, e metterli in libertà.
L’episodio è avvenuto nel giardino di una villa della frazione di Sant’Ambrogio. L’ipotesi più accreditata è che rane o rospi di passaggio, forse anche grazie al traffico sulle strade nettamente ridotto nei giorni scorsi sulla scorta delle disposizioni per l’emergenza coronavirus, siano arrivati nel giardino e, trovandosi davanti quello specchio d’acqua tranquillo abbiano deciso di deporre le uova.
Le uova di rospi o rane sono una massa gelatinosa e proprio il loro aspetto deve aver consentito di passare inosservate per un paio di settimane, fino a quando l’altro giorno sono diventate girini. E quando i padroni di casa hanno trovato quelle “nuvole” nere nell’acqua, hanno chiesto l’intervento delle Gev del Campo dei Fiori: gli esperti hanno provveduto con cura e pazienza a recuperarli tutti, caricandoli sul mezzo di servizio e liberandoli nello stagno di Bregazzana.
A spiegare il curioso episodio è il professor Adriano Martinoli, docente di Zoologia e Conservazione della fauna all’Università dell’Insubria nonché membro del Consiglio di gestione del parco regionale: «In questo periodo – afferma l’esperto - nessuno usa le piscine all’aperto e quindi non vengono fatti trattamenti con il cloro. Le acque sono dunque a disposizione come fossero una normale pozza». «Normalmente – prosegue il professor Martinoli - ci sono alcune specie che prediligono deporre le uova in zone aperte: sono la raganella, che però le depone più avanti; poi il rospo smeraldino, che è più tipico di ambienti antropizzati; o il rospo comune, che invece depone un po’ ovunque».
Insomma, conclude l’esperto, «in questo periodo di deposizione vengono sfruttate anche le piscine. Per un anfibio selvatico non fa differenza essere di fronte a uno stagno o a una piscina, non lo percepisce. Soprattutto in questo periodo dove, appunto, le piscine non sono trattate e quindi l’acqua accumulata ha perso la carica di cloro. Inoltre, oltre a essere uno spazio utile per la deposizione, le piscine attirano i primi insetti e dunque costituiscono una preziosa fonte di cibo per gli adulti».
Ai girini trovati l’altro giorno a Sant’Ambrogio, dunque, è andata sicuramente di lusso: dopo essere nati nelle acque tranquille di una piscina, hanno ora trovato caso nello stagno immerso nei boschi di Bregazzana, all’interno dei confini del parco protetto.
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