L’ODISSEA
Varese: Green pass, incubo per tremila
Le strategie di Ats Insubria per aiutare i cittadini in difficoltà con il rilascio del certificato

Non sono casi isolati e nemmeno particolari, quelli che riguardano le difficoltà nell’ottenere il Green pass. E non si tratta nemmeno di alzare il dito contro un ente o quell’altro, visto lo sforzo collettivo che tutti stanno facendo per arrivare a una copertura vaccinale adeguata, non solo per ottenere l’etichetta di immunità di gregge ma soprattutto per affrontare i prossimi mesi con meno incubo pandemia.
Sono 3.402 le persone che hanno segnalato difficoltà nell’ottenere il Green pass nei nostri territori. Tante sono state , infatti, le segnalazioni nella gestione del Eu digital green certificate pervenute dal 5 al 25 agosto, secondo i dati dell’Ats Insubria (che comprende il Varesotto, per oltre il 60 per cento di tutti i dati che riportiamo, e il Comasco).
Dal totale delle segnalazioni, 816 si riferiscono a vaccinazione fatte all’estero e 230 per Green pass di guarigione. Rimangono ben 2.356 segnalazioni che sono state verificate e inviate alla Regione Lombardia per la soluzione del problema. Le situazioni in lavorazione sono circa il 70 per cento, cioè 1.650, quelle già evase circa il 30 per cento (706). E nessuna situazione risulta ancora in fase di verifica da parte di Ats Insubria, che ha segnalato in Regione ogni singolo problema.
Il numero più corposo di persone che non riescono ad andare a cena in un ristorante al chiuso o, peggio, non possono accedere alla mensa aziendale o hanno difficoltà sul posto di lavoro nonostante il vaccino, ha comunque una doppia dose di vaccino ma vi sono anche casi di infezione pregressa e dose singola. In questo caso, Ats Insubria verifica «la sussistenza dei criteri legittimanti il rilascio del Green pass» fanno sapere dall’Ageniza di tutela della salute che inoltra la segnalazione molto spesso ad Aria o a Poste Italiane per comprendere dove la macchina si sia inceppata.
Alcuni casi sono talmente complicati piuttosto che surreali nella loro difficoltà e sono stati raccontati anche da Prealpina nei giorni scorsi. Il dato non è statistico e non ha la controprova delle autorità sanitarie, ma a parte i problemi collegati a chi ha fatto il vaccino all’estero, nella maggior parte dei casi segnalati alla nostra redazione, i cittadini senza certificato avevano contratto il Covid nel periodo in cui i tamponi non erano la prassi e non venivano fatti a tutti (per esempio se malati in seguito a un contatto con un familiare positivo e non “primo caso” in famiglia). Persone che si sono sottoposte a loro spese al sierologico mentre non risulta alcun tampone, positivo o negativo per accertare l’avvenuta guarigione. Ed è proprio attorno a questo tampone che ruoterebbero i problemi.
Tutto si può dire tranne che le massime autorità sanitarie locali non si siano fatte in quattro per offrire ai cittadini una soluzione ai loro problemi collegati all’ottenimento del certificato che consente di condurre una vita normale e in comunità.
L’aggiornamento del sito con tutte le informazioni per orientarsi nella richiesta del Green pass, se non si ottiene al primo tentativo, è costante e preciso. Esiste infatti un portale dedicato che consente di inserire tutti i dati che vengono inviati e gestiti direttamente da Ats Insubria.
Per le 816 segnalazioni di vaccinazioni fatte all’estero, Ats Insubria comunica che non esistono situazioni pendenti e che la soluzione del problema avviene in 48 ore. Idem, 48 ore situazione pendenti 0, per le 230 segnalazioni relative ai Green pass di guarigione che hanno creato difficoltà al rilascio fino a che Ats ha generato un Authcode che permette al cittadino di scaricare il Green pass.
Poi ci sono i casi, e sono appunto oltre 2.350 in un mese, che vengono inviati ad altri enti per cercare di capire dove sta l’inghippo.
x
x
x
Odissea
post-pandemia
Le strategie
di Ats Insubria
per aiutare i cittadini
in difficoltà
con il rilascio
del certificato
© Riproduzione Riservata