PALAZZO ESTENSE
Varese, la maggioranza chiede la censura di Monti
Mozione per «frasi offensive» pronunciate in aula dal leghista

Chiesta la censura per il comportamento del consigliere leghista Emanuele Monti. I gruppi di maggioranza in Consiglio comunale a Varese hanno presentato una mozione che stigmatizza appunto le frasi che Monti avrebbe pronunciato nella seduta di bilancio del 19 dicembre scorso. Il documento, che richiama l’attenzione su dichiarazioni «offensive rivolte agli organi di garanzia del Consiglio», chiede anche un intervento istituzionale per trasmettere la mozione alle autorità competenti.
«Durante i pochi momenti in cui il consigliere Monti è stato presente alla seduta, avrebbe espresso frasi offensive non solo nei confronti del presidente del Consiglio Comunale, ma anche del segretario comunale di Varese», scrivono i consiglieri Giacomo Fisco, Francesca Strazzi, Giuseppe Pullara e Dino De Simone. In particolare, tra le dichiarazioni contestate figurano: «Presidente, ha fatto anche il Rettore, abbia almeno dignità di se stesso. Glielo sto portando» e «allora io manderò una nota al prefetto dicendo che il segretario comunale di Varese non sa leggere l’italiano».
Queste affermazioni, oltre a essere giudicate irrispettose dalla maggioranza di centrosinistra, «violerebbero l’articolo 80, comma 1, del Regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale, il quale impone ai consiglieri di mantenere un comportamento dignitoso e rispettoso delle opinioni altrui». Secondo i firmatari della mozione, l’atteggiamento del consigliere Monti avrebbe dunque leso l’intero Consiglio e compromesso l’immagine dell’assemblea cittadina.
Inoltre, la mozione sottolinea come, durante la stessa seduta, «il consigliere Monti avrebbe adottato un comportamento poco rispettoso nei confronti della consigliera Barbara Bison, capogruppo della Lega. Sebbene le sue affermazioni non siano state registrate nelle trascrizioni ufficiali poiché pronunciate fuori microfono, molti membri dell’assemblea hanno testimoniato l’accaduto e manifestato solidarietà alla consigliera». Gli estensori della mozione evidenziano infine che, «nonostante siano trascorsi oltre due mesi dai fatti, non sono arrivate scuse pubbliche né nei confronti dell’assemblea né verso le persone direttamente coinvolte. Alla luce della gravità delle affermazioni, considerate ancor più rilevanti data la posizione istituzionale del consigliere Monti nel Consiglio Comunale di Varese, nel Consiglio Regionale della Lombardia e in AIFA per conto del ministero dell’Economia, si è ritenuto necessario un atto di censura ufficiale».
La mozione, se approvata dal Consiglio comunale, prevede due punti fondamentali: «La condanna del comportamento e delle espressioni utilizzate dal consigliere Monti, con un’espressione di solidarietà al presidente del Consiglio comunale, agli organi di garanzia e alla capogruppo della Lega, Barbara Bison» e la trasmissione della mozione, insieme alle trascrizioni delle dichiarazioni contestate, al Consiglio regionale della Lombardia, ad AIFA e al ministero dell’Economia.
«Con questa iniziativa - concludono - il Consiglio comunale intende ribadire la necessità di mantenere un clima di rispetto e collaborazione all’interno dell’assemblea, auspicando che episodi simili non si ripetano in futuro».
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