ISTITUZIONI
Varese, il prefetto fa squadra
Salvatore Pasquariello ha fatto visita alle sedi delle forze dell’ordine e alle carceri, ringraziando i vertici e il personale. L’ultima tappa alla casa circondariale di Busto

Il prefetto di Varese, Salvatore Pasquariello, ha fatto visita alla casa circondariale di Busto Arsizio, come ultima tappa di una serie di incontri con le forze dell’ordine e il personale delle strutture carcerarie presenti sul territorio. Le visite del prefetto era iniziate agli uffici della Questura di Varese, il 29 settembre scorso, e proseguite al Comando provinciale dei Carabinieri, il 13 ottobre, al Comando provinciale della Guardia di Finanza, il 19 ottobre, al Comando provinciale dei Vigili del fuoco, il 26 ottobre, al carcere dei Miogni, Varese, il 13 dicembre, e infine alla casa circondariale di Busto Arsizio, mercoledì scorso 1 febbraio, in modo da ringraziare di persona «per l'impegno, la professionalità e il valore», i vertici e tutte le donne e tutti gli uomini che lavorano in questi sedi, manifestando loro la massima vicinanza sua e del Governo.
Questo a conferma della stima reciproca e della collaborazione tra la Prefettura e le Forze dell’ordine; collaborazione dunque che non si limita ai Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocati a cadenza settimanale.
Il prefetto Pasquariello ha elogiato l’alta professionalità e l’elevato senso di umanità delle donne e degli uomini delle Forze di polizia nell’affrontare tutti gli impegni, molti delle quali estremamente impegnativi, nel rispetto dei valori costituzionali e dei diritti di tutti i cittadini.
Scopo principale è quello di garantire la sicurezza sul territorio. Ciascuno, evidenzia la Prefettura, con grande efficacia: la Polizia di Stato, nell’attuare la propria funzione di promozione e tutela dei diritti, ha saputo interpretare un ruolo di garanzia; l’Arma dei Carabinieri, per la sua funzione di prossimità alle comunità locali e ai comuni, ha assicurato una costante presenza delle Istituzioni sul territorio; la Guardia di finanza, oltre a svolgere la sua competenza specialistica di polizia economico finanziaria, ha fornito, in qualsiasi contesto, supporto alla Prefettura e alle altre Forze dell’ordine; la Polizia penitenziaria, nella gestione del complesso sistema della sicurezza e del recupero sociale dei detenuti, ha saputo affrontare con grandi capacità anche le difficoltà degli istituti penitenziari nel corso della pandemia. La collaborazione coi Vigili del fuoco è avvenuta non solo nella redazione e nell’aggiornamento delle pianificazioni di protezione civile e nell’ambito di svariate esercitazioni, ma anche (soprattutto) nelle emergenze che hanno comportato rischi per l’incolumità pubblica. Il prefetto ha tenuto a ringraziarli, i Vigili del fuoco, per la competenza dunque nella gestione delle emergenze, «a salvaguardia della vita umana, dell’incolumità pubblica e dell’integrità dell’ambiente».
E i ringraziamenti del prefetto Pasquariello, durante e a conclusione delle visite nelle rispettive sedi delle forze dell’ordine, sono rivolti anche al questore, ai comandanti provinciali dei Carabinieri, della Guardia di finanza e dei Vigili del fuoco, ai direttori e ai comandanti della Polizia penitenziaria delle case circondariali di Varese e di Busto Arsizio, e, per il loro tramite, a tutte le persone che lavorano nei rispettivi uffici; il messaggio è che il rapporto di collaborazione prosegue, con l’obiettivo di creare sempre più efficaci sinergie e quindi garantire la sicurezza e la coesione sociale in provincia di Varese.
Durante la visita al carcere di Busto, il prefetto ha anche incontrato e ascoltato una delegazione dei detenuti, ribadendo l’importanza che le pene servano alla rieducazione del condannato. Salvatore Pasquariello ha inoltre fatto i complimentato ai direttori, agli appartenenti alla polizia penitenziaria, agli educatori, ai medici, agli psicologi e a tutti coloro che sono in servizio giorno e notte alle carceri di Varese e di Busto Arsizio «per il lavoro che svolgono con grande professionalità e con generosa attenzione». E ha dedicato ai detenuti una parte del discorso che Papa Francesco ha rivolto ai cittadini del Congo, intervento nel quale ha utilizzato l’esempio del diamante, il più duro dei minerali conosciuti, per invitare ciascuno a rialzarsi, riprendendo la propria vita nelle mani e realizzando quanto è scritto nell’inno nazionale: «Care donne e uomini congolesi, il vostro Paese è davvero un diamante del creato; ma voi, tutti voi, siete infinitamente più preziosi di ogni bene che sorge da questo suolo fecondo! Sono qui ad abbracciarvi e a ricordarvi che avete un valore inestimabile, che ho fiducia in voi, credo nel vostro futuro, in un futuro che sia nelle vostre mani e nel quale meritate di riversare le vostre doti di intelligenza, sagacia e operosità. Coraggio, fratello e sorella congolese! Rialzati, riprendi tra le mani, come un diamante purissimo, quello che sei, la tua dignità, la tua vocazione a custodire nell’armonia e nella pace la casa che abiti. Rivivi lo spirito del tuo inno nazionale, sognando e mettendo in pratica le sue parole: “Attraverso il duro lavoro, costruiremo un Paese più bello di prima; in pace”». E a proposito di lavoro: il Prefetto, rivolto ai detenuti, ha sottolineato come le statistiche dimostrino che imparare un lavoro azzera il rischio di recidiva, per cui la società civile e le istituzioni sono chiamate a agire insieme per implementare le offerte di occasioni di formazione e di occupazione in favore dei detenuti.
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