MENSA DEI POVERI
Indagato Paolo Orrigoni
Nell’inchiesta anche il titolare della Tigros ed ex candidato sindaco a Varese: «Mai pagato nessuno»

C’è anche Paolo Orrigoni, amministratore delegato del gruppo Tigros nonché candidato sindaco (sconfitto da Davide Galimberti) alle elezioni comunali di Varese del 2016, tra gli indagati nell’ambito dell’inchiesta “Mensa dei poveri” che verte intorno alla figura dell’ex coordinatore provinciale di Forza Italia Nino Caianiello.
A coinvolgerlo nell’inchiesta, come scrivono alcuni organi di stampa, con l’accusa di corruzione, sarebbe stato l’imprenditore Piero Enrico Tonetti, uno dei 43 arrestati della scorsa settimana. Il quale, durante un lungo interrogatorio, avrebbe ammesso di avere pagato una tangente del valore di 50.000 euro, mascherata da incarico a uno studio di ingegneria, per sbloccare una variante urbanistica al piano regolatore di Gallarate relativa a un’area (di sua proprietà) sulla quale avrebbe dovuto trasferirsi un punto vendita della Tigros. Di fatto, cioè, per conto del patron della Tigros che con Tonetti aveva già firmato un preliminare di vendita del terreno.
Della variante al pgt di Gallarate si parla in numerosi passaggi dell’ordinanza sull’inchiesta della Dda milanese, nella quale entrano numerosi personaggi chiave di “mensa dei poveri”, da Caianiello all’assessore Petrone ad Alberto Bilardo. Orrigoni comunque non avrebbe al momento ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalla Procura.
Attraverso l’ufficio stampa di Tigros, l’imprenditore fa sapere di non aver ricevuto «Alcuna comunicazione dalla Procura di Milano e apprende da notizie di stampa di essere indagato in relazione ad ipotesi di corruzione». È comunque sereno, «poiché fin d'ora deve essere ben chiaro che né Paolo Orrigoni personalmente né Tigros hanno mai corrisposto, direttamente o indirettamente, alcuna utilità indebita ad un pubblico ufficiale in relazione ad operazioni immobiliari compiute o da compiere nel comune di Gallarate». Orrigoni, infine, è «A disposizione degli inquirenti per ogni chiarimento e il suo legale si recherà nei prossimi giorni in Procura per manifestare ai pubblici ministeri la totale disponibilità in tal senso».
Dai giorni successivi alla raffica di arresti, i pm Adriano Scudieri, Silvia Bonardi, Luigi Forno e l’aggiunto Alessandra Dolci hanno sentito parecchi imprenditori e professionisti che hanno deciso di collaborare e anche alcuni degli arrestati che con le loro ammissioni hanno portato ad allargare le indagini e alle nuove iscrizioni nel registro degli indagati che quindi si aggirano, secondo quanto riferito, attorno a quota 105.
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