L’INTERVISTA
Nonostante il blocco Varese respira
Il direttore generale di Arpa Fabio Carella: polveri sottili dimezzate

Nonostante i blocchi alle auto in città per via dell’inquinamento, Varese resta una delle città più “respirabili”. Lo dicono Fabio Carella e Stefano Cecchin di Arpa Lombardia.
È l’ente paladino della natura, anche se non tutti lo conoscono nel profondo: l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, Arpa, ha un ruolo sempre più centrale nelle tematiche relative ad aria, suolo e acque, eppure spesso queste azioni di alto valore scientifico avvengono senza troppo clamore.
Alla guida lombarda ci sono due varesini: il neo direttore generale Fabio Carella, già assessore comunale all’Ambiente nella prima giunta Fontana, e il presidente Stefano Cecchin, samaratese. La struttura centrale è a Milano e sul territorio sono attivi i Dipartimenti, compreso quello varesino-comasco che è nel capoluogo in via Campigli, a poca distanza dalla Provincia. Qui sono al lavoro una settantina di professionisti tra uffici, vetrini e microscopi, anche se non si fa ricerca pura ma attività di monitoraggio e controllo.
La qualità dell’aria è forse l’argomento più “caldo”, anche sul fronte politico-amministrativo per la battaglia contro l’inquinamento e il blocco ai veicoli più vecchi disposto dalla Regione.
Ma l’occhio attento di Arpa si concentra anche sulla qualità di fiumi e laghi, per verificarne lo stato ecologico in base alle indicazioni dell’Unione europea.
In generale la situazione in città migliora: il numero massimo di giorni di superamento annuo (concentrazioni di Pm10 superiori a 50 microgrammi per metro cubo) è calato a Varese di quasi la metà fra il 2005 e il 2018 (-42%, dai 36 giorni del 2005 ai 45 del 2017 ai 21 del 2018). All’inizio solo Bormio rispettava il limite, mentre l’anno scorso sono risultate virtuose quasi la metà delle stazioni di rilevamento delle polveri sottili. La concentrazione media dei Pm10 è scesa del 24% nello stesso lasso di tempo.
«Il Pm10 dev’essere sotto i 40 microgrammi per metro cubo e il miglioramento è evidente - spiegano il presidente, il Dg e la dirigente delle attività produttive Elena Bravetti -. Questo vale anche per le polveri ultra sottili, i Pm 2.5 che sono una frazione dei Pm10 e sono ancora più nocive per la salute».
Insomma, a Varese si respira aria buona? Forse sarebbe esagerato cantar vittoria, a giudicare dalla cappa di smog che si scorge a volte guardando il paesaggio dall’alto del Campo dei Fiori, ma di sicuro i valori sono in netto miglioramento a livello locale, superiori alla media di altre città del Nord Italia, come rilevano le stazioni di rilevamento Arpa a Varese, Busto Arsizio, Ferno e Saronno: che cosa ha pesato di più? Lo stop alle auto più inquinanti? Gli incentivi per sostituire caldaie vecchie?
«È una somma della politica messa in atto negli ultimi anni, che fa della Lombardia una Regione all’avanguardia - prosegue Fabio Carella -. L’intero paniere delle misure dimostra la sua efficacia, anche contro le concentrazioni di particolato. Si è tracciata una strada virtuosa per il bacino pedemontano. Sono tre le fonti inquinanti: i combustibili, le caldaie e l’agricoltura. Ora si attrezzano veicoli più puliti, si punta al teleriscaldamento con la sostituzione di tanti punti emissivi con uno centrale».
Una strada che viene da lontano: «Questi risultati arrivano dopo vent’anni di lavoro - aggiunge il presidente Cecchin -. Sono tanti i provvedimenti lungo un percorso lungo e articolato, che passa dal sostegno all’energia pulita alle attività di controllo e monitoraggio, da sommare a una coscienza collettiva sempre più sviluppata. L’attenzione dei cittadini è evidente: la nostra squadra di intervento con tre operatori è attiva 24 ore su 24 e sette giorni su sette, in collaborazione con Ats, vigili del fuoco e Protezione civile».
Arpa mette a disposizione anche il numero verde 800-061160 per segnalare emergenze ambientali nei corsi d’acqua o in aree verdi.
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