MESSAGGIO DELLA CHIESA
Varese: «La mensa dei poveri avrà un futuro alla Brunella»
Lettera aperta del vicario episcopale don Franco Gallivanone dopo la chiusura del servizio in via Luini

Sulla vicenda della chiusura della mensa dei poveri di via Bernardino Luini, si è espresso oggi, martedì 1 ottobre, don Franco Gallivanone, vicario episcopale della Zona di Varese: «La mensa avrà un futuro alla Casa della Carità della Brunella». Ecco la nota del vicario episcopale. « La mensa di via Luini è prossima alla chiusura. Con tanta gratitudine per le Suore della Riparazione, per la loro secolare presenza nella nostra città e il loro servizio esemplare e condiviso con molti volontari e benefattori, prendiamo atto, comprendendone i motivi, della loro scelta». E quindi: «Il servizio ai poveri non deve però venire meno. In dialogo con l’assessore Roberto Molinari, la Chiesa di Varese, mediante l’Associazione “Pane di Sant’Antonio” della Caritas decanale, si rende disponibile a raccogliere la preziosa eredità delle Suore della Riparazione e far fronte a questa emergenza, per il momento con una modalità provvisoria, aprendo il dialogo con volontari e benefattori per dare continuità all’attenzione ai poveri. Un invito è rivolto anche alle altre realtà che in città danno da mangiare a chi ha fame perché possano ampliare i loro servizi per far fronte a una richiesta sempre più crescente cui nessuno da solo può rispondere».
«Sarà inevitabile - aggiunge don Gallivanone - un tempo intermedio, ci auguriamo il più breve possibile, tra la chiusura di via Luini e la partenza del nuovo servizio. La Casa della Carità della Brunella - per altro già sede di molti servizi caritativi - deve riorganizzarsi per ospitare la nuova attività. Questo tempo servirà per informare la comunità parrocchiale maggiormente coinvolta, per prendere contatto con i volontari e i benefattori, per armonizzare gli operatori che devono condividere spazi e attività, ma anche per chiedere alle persone che si avvalgono della mensa di prendere contatto con la nuova realtà, di avere le informazioni necessarie e di conoscere le regole già vigenti alla Casa della Carità».
«Già dai giorni - conclude - a venire si avvierà una ricerca - in dialogo con le comunità parrocchiali, la società civile e le autorità della città - per rispondere in modo più stabile e adeguato a questa emergenza e per dislocare in modo razionale e sostenibile in più luoghi i servizi caritativi indispensabili per Varese. Promettendo presto le necessarie informazioni su questo progetto, porgiamo a tutti il nostro più urgente invito perché i poveri abbiano sempre posto centrale nelle attenzioni di tutti».
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