GIUSTIZIA
La toga ha perso fascino
Sempre meno praticanti: in calo il numero degli avvocati. «Anche noi sentiamo la crisi»
Il trend è al ribasso. La crescita costante delle toghe a Varese si è fermata e da un paio d’anni è iniziata la discesa.
Il numero resta a quattro cifre. Ma di poco. Sono 1.019 gli iscritti all’albo degli avvocati di Varese. Così suddivisi: 853 avvocati (581 ordinari, 272 cassazionisti) e 166 praticanti. Vincono le donne, di gran lunga: 578 contro 441. E le nuove leve confermano che la professione è sempre più rosa: 113 (le donne), 53 gli uomini.
L’immagine che ha sempre caratterizzato il mondo forense - prestigio, guadagni - è però decisamente appannata. «Sì, c’era già una certa crisi, ora aggravata a causa dello stop dettato dal coronavirus: molti studi hanno fatto richiesta di cassa integrazione per gli impiegati» osserva Elisabetta Brusa, presidente dell’ordine degli avvocati di Varese.
Le udienze penali sono ripartite questo mese (udienze di smistamento dei processi) con le presenze in aula e lentamente sta riprendendo anche l’attività del giudice di pace. Nel civile, ogni giudice dispone se tenere udienza con le presenze o no; separazioni e divorzi si svolgono in versione “cartolare”, documenti e volontà alla mano, senza quindi le parti.
Tornando ai praticanti, il lockdown ha scombinato un po’ i piani dell’esame di stato che si tiene nella Corte d’Appello di competenza, quindi Milano. Gli esiti degli scritti d’inizio anno - vengono corretti a Roma - arrivano di solito a giugno, stavolta a causa appunto dell’emergenza sanitaria, non sono ancora arrivati per cui gli aspiranti avvocati si iscrivono anche per la prossima sessione di scritti, pur non sapendo se ammessi già stavolta all’orale e se sì come andrà poi. Ma una mano alle nuove leve è arrivata da un accordo sottoscritto dall’ordine di Varese con l’Università dell’Insubria e il Tribunale: vengono considerati, ai fini del praticantato (dura 18 mesi), anche gli ultimi sei mesi che precedono la laurea. Questo accorcia i tempi del “tirocinio” senza pregiudicare il percorso di formazione. Ma, come detto, sono sempre meno i giovani che puntano alla carriera forense: «Quando l’ho fatto io, nel ‘98, eravamo molti di più i nuovi praticanti» spiega il presidente.
Sono tempi duri anche per gli avvocati già affermati. «Da settembre non escludo che comincino ad arrivare le cancellazioni dall’albo» è il timore dei vertici dell’ordine di Varese.
Da anni, sta crescendo la formula degli studi associati, ovvero i legali che si consorziano, dividendo utili e spese, e offrono al cliente un’assistenza completa su tutte le branche del diritto. Risultano 67 all’albo di Varese. A Milano è un assetto molto più sviluppato.
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