CRESCITA
L’Insubria cerca spazi
L’università ha bisogno di aule, laboratori e altro. Progetto campus da finire

Come una famiglia (grande) che cresce ancora. L’università dell’Insubria conta circa 13mila studenti e i due terzi gravitano su Varese (l’altra sede è a Como). L’allarme non è ancora scattato ma gli spazi per studiare, tra poco, cominceranno ad andare stretti stretti all’ateneo insubre e ai suoi protagonisti.
«Abbiamo bisogno di spazi, non immediatamente ma bisogna ragionare in prospettiva e dare soluzioni». Così Alberto Coen Porisini, ex rettore e docente di Informatica che è anche coordinatore della Commissione infrastrutture dell’ateneo. C’è bisogno di più aule ma anche di spazi meglio utilizzati e anzi riuniti in una sola zona, per facilitare il lavoro dei dipendenti dell’università ma anche la vita quotidiana agli studenti. Costretti spesso a spostarsi, per le loro segreterie o per l’orientamento piuttosto che per le relazioni internazionali, dal campus dove studiano, cioè a Bizzozero, dove c’è tutta l’attività didattica, all’ex collegio Sant’Ambrogio, dove e vi sono uffici e rettorato. Vero è che in via Ravasi si trovano solo 20 persone che gestiscono servizi a diretto contatto con gli studenti su 124, ma il viavai di persone attraverso la città per raggiungere i vari uffici dell’ateneo, è un dato di fatto. Così come lo è lo spostamento del personale dell’ufficio tecnico e che si occupa di manutenzione e servizi logistici: ufficio da una parte, trasferimenti quotidiani al campus. Idem molti professori che hanno o studi di fortuna o sistemazioni in una sede davvero prestigiosa, come quella di Villa Toeplitz, ma esattamente dall’altra parte della città rispetto al campus universitario. Un luogo che potrebbe essere ampliato e per il quale la sistemazione di aule e stanze potrebbe essere razionalizzata. L’accordo di programma su piazza Repubblica e la convenzione collegata (firmata da Ats Insubria, università, Provincia) dicono infatti due cose. La prima è che l’ateneo avrebbe dovuto lasciare l’ex collegio sant’Ambrogio (ma poi nuove disposizioni di legge hanno fatto tramontare l’ipotesi di costruzioni sulla collina, mentre il rettore Angelo Tagliabue punta a lasciare rettorato e direzione generale in centro). La seconda cosa è che quel patto tra enti (e che coinvolge Ats Insubria, Asst , Provincia e università oltre che, sul fronte piazza Repubblica, con l’accordo di programma, Regione e Comune) dice che l’Ats dovrebbe lasciare la palazzina direzionale di via Rossi e cedere gli spazi all’università.Tra i progetti dell’ateneo, quello di mettere a disposizione della città la chiesa sconsacrata dell’ex collegio Sant’Ambrogio e l’aula magna, polo culturale che potrebbe ben sposarsi con il progetto dell’ex caserma Garibaldi in piazza Repubblica. Il progetto non ha ottenuto il finanziamento sperato ma è a disposizione della città. A Bizzozero, all’interno del vecchio ospedale psichiatrico, ex Asl e attuale sede dell’Ats, non mancano i metri cubi per l’università. «Ma le aule cominciano a non bastare nel comparto e alcuni edifici hanno bisogno di essere ristrutturati», spiega il professor Coen Porisini.
La situazione è la seguente. Nel comparto di via Rossi, ex sede Asl per intenderci, vi sono le storiche aule del padiglione Morselli, aule e sede di Scuola di Medicina al padiglione Antonini, spazi in condivisione con Ats nel padiglione Biffi, e nel padiglione Rossi, il più recente acquisito dall’ateneo e ristrutturato, studi per docenti e aule per la ricerca collegati principalmente ai corsi di laurea che afferiscono al Dipartimento di Scienze teoriche e applicate. All’esterno, vi sono le storiche aule Seppilli, le più datate a servizio dell’ateneo. Poco lontano, sempre nel campus, il blocco delle grandi aule di via Monte Generoso. «Eppure se pensassimo di ampliare l’offerta didattica, avremmo problemi - continua l’ex rettore -, ci avviciniamo al limite». Riunire in un campus ancora più grande, studenti, docenti e il personale più a contatto con i ragazzi, li sgraverebbe di corse attraverso la città. E sgraverebbe la città di traffico e smog.
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