L’INQUINAMENTO
Pioggia, liquami e plastica nel lago
Il grido d’allarme arriva dai pescatori: «Risulta difficile credere ancora nelle promesse»

S’avvicina il momento in cui tutte le istituzioni coinvolte, dietro coordinamento della Regione Lombardia, prenderanno l’impegno formale a proposito del risanamento del lago di Varese.
Venerdì prossimo, 12 aprile, alle ore 9.15 al Chiostro di Voltorre, infatti, verrà firmato il testo dell’Accordo quadro di sviluppo territoriale in cui protagonista è lo specchio lacustre, che si vorrebbe far tornare balneabile nell’arco di pochi anni.
Chi esprime molto scetticismo, a tale proposito, è tuttavia Gianfranco Zanetti, presidente della Cooperativa pescatori del lago di Varese, società fondata nel 1908.
«La mia è una famiglia di pescatori da generazioni - esordisce Zanetti - e da troppi anni, ormai, veniamo illusi sul fatto che saranno presto realizzate tutte le opere necessarie per il risanamento del lago. Un lago sempre più malato e bistrattato, tanto che, quando io parto la mattina per gettare le reti, sono preso dallo sconforto. La situazione attuale del nostro specchio d’acqua, dal quale trent’anni fa attingevamo l’acqua da bere con un mestolo, è drammatica».
Zanetti spiega che è soprattutto in periodi come quest’ultimo, quando si è passati da alcuni mesi di siccità al maltempo improvviso di pochi giorni fa, che si rende evidente il problema.
«Prima delle forti piogge dei giorni scorsi, il livello del lago aveva raggiunto i meno 27 centimetri sotto lo 0 di riferimento - sottolinea il presidente della Cooperativa pescatori che è anche il responsabile della diga di Bardello -, mentre oggi è a meno 15, con un recupero quindi di 12 centimetri. Quando il livello del lago ha raggiunto i meno 27, la diga sul Bardello era quasi completamente chiusa e la sollevavo solo del minimo indispensabile per garantire il movimento delle acque e della fauna ittica. Adesso, che il livello ha comunque recuperato, ho moderatamente aumentato la portata e la velocità dei flussi, anche perché le centrali idroelettriche necessitano d’ acqua. Come anche i pesci hanno bisogno di muoversi per la frega: non esiste più un canneto adatto alla posa delle uova e devono potersi spostare per trovare il luogo adatto».
L’ abbassamento consistente dell’acqua, inoltre, ha lasciato a vista in mezzo al canneto, anche dalla parte della ciclabile tra Bardello e Gavirate, la grande quantità di plastica e rifiuti di ogni genere riaffiorati dal lago e trattenuti nella secca.
«Le forti piogge dei giorni scorsi, invece - prosegue Zanetti -, hanno inondato il lago dei liquami lasciati liberi dagli sfioratori dei condotti fognari. Guardando una tale situazione risulta difficile credere ancora nelle promesse».
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