INTERVENTO DEI CARABINIERI
Varese, lite e coltellate: «Tentato omicidio»
Arrestato un ivoriano di 35 anni che ha colpito un nigeriano durante uno scontro in casa. «Mi sono difeso» la giustificazione del fermato

Spunta un coltello nella violenta lite tra un ivoriano e un nigeriano. E il primo finisce dietro le sbarre con l’accusa di tentato omicidio.
È successo all’alba di mercoledì alle Bustecche, ma la notizia è trapelata soltanto ieri, venerdì 30 maggio, quando, ai Miogni, l’extracomunitario è stato interrogato del gip Marcello Buffa.
La Procura ha proposto la custodia cautelare in carcere, il difensore (l’avvocato Mario Fontana) ha invece chiesto il solo obbligo di firma; il giudice si è riservato e comunicherà oggi la decisione.
Tutto nasce dalla decisione del 35enne della Costa d’Avorio di ospitare la sua ex compagna, scappata perché maltrattata dal nuovo partner, con cui ha avuto anche un figlio. Partner nigeriano che, spalleggiato da un’altra ex dell’ivoriano, decide di presentarsi alla porta di quest’ultimo per riprendersi il bambino. Ne nasce una colluttazione, durante la quale peraltro la donna morde al braccio il padrone di casa.
I due uomini se le danno di santa ragione e, una volta in cucina, il 35enne afferra un coltello e ferisce il “rivale” al volto e al collo. Ferite fortunatamente superficiali (la prognosi è di 10 giorni), ma che, considerata la zona del corpo, avrebbero potuto essere letali se fossero state più profonde. Da qui l’arresto per il reato di tentato omicidio.
Quando sono arrivati i carabinieri del Radiomobile i protagonisti della vicenda erano in strada, insanguinati. Nella successiva perquisizione domiciliare gli inquirenti hanno trovato un paio di coltelli e uno straccio sporco di sangue che - è l’accusa - potrebbe essere stato usato per pulire la lama.
Accuse che l’ivoriano respinge, sostenendo di essersi difeso dall’aggressione del nigeriano - per questo avrebbe impugnato il coltello con la lama rivolta all’indietro - e di non aver avuto alcuna intenzione di uccidere.
Le ferite sarebbero quindi accidentali, conseguenza della colluttazione con l’arma in mano. Anche l’ivoriano e la donna da lui ospitata sono poi stati medicati al Pronto soccorso e dimessi con prognosi tra cinque e sette giorni.
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