L’ARRIVEDERCI
Varese, l’angelo custode del Tribunale va in pensione
Festa e abbracci per lo storico commesso Michele Di Tommaso. Che farà il volontario con l’Associazione Carabinieri

Ha passato buona parte della sua vita a palazzo di giustizia. E qui ha lasciato un pezzo di cuore. Per questo, per Michele Di Tommaso, la festa di pensionamento di ieri nell’aula bunker non è un addio ma un arrivederci. Già, perché lo storico commesso del Tribunale di Varese ha fatto domanda di adesione all’Associazione Nazionale Carabinieri, come simpatizzante, in modo da poter continuare a frequentare gli uffici giudiziari, come volontario, per dare una mano a far fronte a una carenza di personale ormai cronica. «Non me ne vado volentieri - ammette - ma mi obbligano ad andarmene per limiti di età».
CALCIATORE MANCATO
Sessantasette anni, Michele è originario di Venosa (Potenza) dove era una giovane promessa del calcio. «Un calciatore diventato “tribunalista” quasi per caso», hanno scherzato i colleghi. Una passione che non ha mai abbandonato e che lo ha portato a giocare a lungo nella squadra degli avvocati varesini. Superato il concorso per “ausiliario” nel 1985, ha avuto il suo primo incarico alla Pretura di Pavia per poi approdare, nel 1991, a Varese. Era convinto di essere arrivato in una “isola felice” ma - ironia della sorte - ha dovuto presto fare i conti con l’organizzazione del maxi processo di mafia denominato proprio Isola felice, che si svolse a metà anni ‘90 nell’aula bunker allestita nell’ex Aermacchi.
TUTTOFARE
In quell’occasione Michele dimostra di non essere un semplice commesso addetto soltanto alla posta e all’archivio, ma un tuttofare. Doti che lo hanno contraddistinto fino all’ultimo giorno di lavoro. Insomma, una “colonna” del palazzo di piazza Cacciatori delle Alpi. C’era una grana con una finestra o con il riscaldamento? Serviva un paravento per la deposizione di un testimone? Per ogni problema, Michele aveva sempre la soluzione, come hanno evidenziato avvocati - rappresentati dal numero uno dell’Ordine, Carlo Battipede («Non lo trovavi mai al suo posto, perché era sempre in giro con il suo carrellino a risolvere problemi») e magistrati.
GLI ELOGI E LA COMMOZIONE
«Possiamo dire che è l’angelo custode di questo Tribunale, oltre ad esserne la memoria storica - sono le parole del presidente Cesare Tacconi - È rassicurante, sempre disponibile con tutti, dagli addetti ai lavori agli utenti. Siamo contenti che tornerà». E lui, commosso, con i lucciconi agli occhi, è riuscito solo a dire poche parole: «Grazie a tutti. E quando avete bisogno... chiamate Michele!».
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