MIOGNI
«Da qui si evade in dieci minuti»
Fuori servizio i sistemi di sicurezza, l’allarme dei sindacati di Polizia penitenziaria: «In tilt monitor e luci». Rotto da giugno il telefono dei detenuti
«Da qui si evade in dieci minuti». Bisogna volerlo e progettarlo, ma a detta di chi deve garantire la sicurezza all’interno del carcere, una fuga di massa non sarebbe impossibile. A sostenerlo, sono gli agenti della Polizia penitenziaria dei Miogni.
La loro affermazione «non è un paradosso e non è una provocazione». Esasperati per le tante richieste disattese sul fronte della manutenzione della vecchia casa circondariale, si limitano a elencare i mille problemi della struttura. Primo fra tutti, quello di monitor non funzionanti. Tutti rotti tranne due, ma uno solo è presidiato “h 24”, all’ingresso della sezione detentiva (dove in questi giorni vi sono circa 80 carcerati, in totale 60 gli agenti).
Così se qualcuno immobilizzasse le guardie (le celle sono aperte durante il giorno) in uno dei punti non coperti dalle telecamere o con le immagini non riprodotte sui pochi video attivi, «solo se sentissimo urlare, potremmo intervenire». La sicurezza «è affidata soprattutto al lavoro degli agenti, qui abbiamo un terzo dei fari del muro di cinta guasti, sbarra di ingresso rotta e cancello sempre aperto anche se il ministero ha disposto di chiuderlo», dice l’ispettore superiore Sergio Magonara (del Sappe, a nome anche del collega sindacalista Alberto Riggio, di Antonio Barone della Cisl e Marilena Gioia della Uil). «Con la sorveglianza dinamica, telecamere e monitor sono indispensabili».
Molti lavori di manutenzione vengono eseguiti dai detenuti e dagli agenti, con la cosiddetta Mof, la squadra che si occupa della manutenzione dei fabbricati penitenziari, «ma non tutti i lavori possono essere eseguiti in questo modo».
Gli agenti (al comando del commissario capo Alessandro Croci), non nascondono l’esasperazione per le molte richieste disattese.
DETERSIVO
«Da agosto manca il detersivo». Viene «razionato e diluito». Esistono precise indicazioni della direzione «che risalgono al 1998 - dicono i sindacalisti - con i quali si dispone che ogni mese vengano consegnati ai detenuti i prodotti per la pulizia delle celle e degli spazi comuni, ma con quali prodotti pulire?».
TELEFONO DETENUTI
«Da giugno è fuori uso l’apparecchio al primo piano della sezione detentiva. Ora sono arrivati i cavi che dovremo posare, ma resterà il problema del collegamento al sistema informatico che deve essere eseguito da un tecnico, di certo non da agenti e detenuti». Per garantire il diritto dei detenuti a telefonare «siamo costretti a farli chiamare dall’ufficio del preposto di sorveglianza, ma non possiamo lasciarli soli come previsto dalla legge, in quanto all’interno vi sono tutti gli arredi di un normale ufficio oltre ai monitor, i pochi che funzionano».
VETRI ROTTI
Ci sono 16 vetri che danno luce alla sezione ma sono rotti da agosto, quando un detenuto ha perso le staffe. «Ora sono arrivati, ma non sono stati ancora montati». A ogni detenuto sono state distribuite due coperte di lana. Di notte fa freddo, molti carcerati sono raffreddati. E anche gli agenti. Fino all’8 ottobre non hanno potuto indossare le divise invernali.
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