LA DISCARICA
Montagne di rifiuti a Capolago
Sopralluogo dei carabinieri forestali: via alle indagini. Abbandonati elettrodomestici, scarti edili e una cucina in un’area privata
Da tempo gli abitanti di Capolago, scendendo dal centro abitato fino alla Sp 1 del lago in prossimità della rotonda di Buguggiate, si erano accorti che in un terreno di proprietà privata, in mezzo ai prati, giorno dopo giorno cresceva una montagna di rifiuti.
Le segnalazioni alle forze dell’ordine sono state inevitabili e ieri, martedì 14 maggio, sul posto sono intervenuti i carabinieri forestali della Stazione di Arcisate.
L’area è lunga e stretta, parzialmente nascosta da una rete e segnalata con cartelli di proprietà privata e avviso di carico e scarico merci.
Si allunga per più di cento metri fino a un fossato vicino alla Roggia Nuova che si getta nel lago.
Camminando lungo il sentiero che parte dalla strada e costeggia il deposito di rifiuti fino in fondo, si può vedere da vicino il grande ammasso di oggetti.
Si tratta soprattutto di materiali ferrosi arrugginiti, come ponteggi e residui di lavorazioni edili, ma anche sassi per rivestimenti d’esterno, mobili rotti, bidoni di ogni misura. Una quantità enorme di rifiuti.
I carabinieri, entrando all’interno dell’area, hanno confermato la presenza non solo di oggetti in qualche modo riutilizzabili, ma anche di grossi mucchi di rifiuti veri e propri, tra cui un’intera cucina industriale e un monitor per le telecamere di sorveglianza.
I militari hanno fatto un primo sopralluogo, al quale seguiranno indagini. Bisognerà infatti verificare la proprietà del terreno e la destinazione d’uso.
Indispensabile anche distinguere se il proprietario sia un privato o una ditta, perché, nei due casi, il verbale per abbandono di rifiuti diventa, rispettivamente, amministrativo o penale. Che di abbandono di rifiuti si tratti, pare non ci siano dubbi.
Improbabile che si tratti di un deposito temporaneo di scarti di lavorazione, regolarmente autorizzato dalla Provincia.
In questo caso si sarebbe dovuta realizzare una piazzola accanto al luogo di lavorazione, con pavimentazione e recinzione adeguate.
Inoltre dovrebbe essere esposto il Cer, Codice europeo dei rifiuti. E se anche ci fosse un’autorizzazione, dunque, non sarebbe regolare. Tanto più che quest’area si trova in un ambito paesaggistico protetto, facendo parte della Cintura verde Varese sud che da Cartabbia arriva fino a Capolago.
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