SICUREZZA
Varese, movida: «Non si entra col cappuccio»
Nelle strade della Piccola Brera cartelli (poi rimossi) con l’invito a non coprire il capo con la felpa

Movida violenta e in via Cavallotti scatta il divieto di indossare cappelli e cappucci delle felpe. L’insolita prescrizione è comparsa lo scorso fine settimana, e poi subito rimossa, su due cartelli posizionati agli ingressi della Piccola Brera, quello da via Cattaneo e quello da via Vetera. Un invito a non coprirsi il capo che veniva anche ribadito dagli uomini della sicurezza privata che i locali hanno ingaggiato per mantenere la sicurezza.
L’allarme sulle risse, proprio in via Cavallotti, è infatti scattato da tempo. Pare non ci sia fine settimana in cui non avvenga almeno un litigio fuori da alcuni locali. Sono coinvolti per lo più giovani, che non si farebbero remore a scagliarsi addosso anche bicchieri e bottiglie, spesso nemmeno acquistate nei bar.
Un problema e un pericolo soprattutto per chi vorrebbe invece trascorrere serate in tranquillità in quella che è la zona della movida varesina per antonomasia. Stando alle testimonianze dei ragazzi che venerdì scorso si sono trovati davanti ai cartelli e che sono stati anche invitati a togliersi i cappellini dalla testa, la decisione sarebbe dettata proprio da un estremo tentativo di deterrenza.
Gli uomini della sicurezza privata avrebbero spiegato che la zona è videosorvegliata e in caso di tafferugli non sarebbe possibile riconoscere i responsabili se indossano indumenti che coprono anche il volto. Misure di sicurezza quindi, che non si capisce però su iniziativa di chi siano state adottate.
Di sicuro il provvedimento non è stato autorizzato dalle forze dell’ordine, che sono anche intervenute su segnalazione di chi ha vissuto la strana richiesta come una restrizione della libertà personale. I cartelli sono scomparsi, ma non il segnale che hanno inevitabilmente lanciato. Un tentativo di trovare una soluzione “fai da te” per evitare risse o quanto meno per accertarsi di poter individuare facilmente i responsabili.
Un’iniziativa che dà la misura dell’esasperazione a cui i titolari dei locali e i frequentatori della piccola Brera sono giunti, ma anche un segnale di non resa. Non si sa se l’iniziativa sarà ripetuta, ma c’è la possibilità che abbia almeno fatto riflette chi è realmente deputato a trovare soluzioni percorribili al problema. O, in estrema ratio, sia riuscita nell’intento di allontanare determinati personaggi.
Tra l’altro sono anche ricominciate le feste in piazza Cacciatori delle Alpi, a pochi passi dalla Piccola Brera. L’area antistante il tribunale di Varese, con la bella stagione, è tornata ad essere ritrovo prediletto dai giovanissimi, che si organizzano in autonomia gli approvvigionamenti di alcool e ascoltano musica a tutto volume. Niente di male, se non fosse che durante queste serate, lo scorso anno, c’è stata più volte la tendenza a trascendere dal sano divertimento. Fino a che la piazza non è diventata sorvegliata speciale dalle forze dell’ordine, per prevenire abusi e litigi.
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