IL CASO
Varese, niente processo alla prof con falsa laurea
Chiesta la messa alla prova: lavori di pubblica utilità e risarcimento

La Procura di Varese aveva chiesto il giudizio immediato, ma la cinquantunenne supplente varesina di matematica e scienze che ha insegnato nelle scuole medie della provincia per oltre vent’anni senza avere la laurea (e producendo a inizio carriera un certificato falso) si è opposta.
E ha chiesto la cosiddetta “messa alla prova” tramite il suo difensore, l’avvocato Giovanni Grassi: ha chiesto cioè di prestare servizi utili alla collettività, così da ottenere, una volta versato anche un risarcimento allo Stato, l’estinzione del reato.
La decisione spetta ora al gip Anna Giorgetti e se tutto andrà com’è prevedibile che vada, e quindi con l’ammissione della donna alla messa alla prova, a carico della falsa docente non ci sarà alcun processo. E soprattutto non ci sarà alcuna confisca dei beni che erano stati sequestrati dalla Guardia di Finanza a inizio anno, ovvero 166.000 euro presenti su depositi e conti correnti, otto terreni, due box, due depositi, un appartamento di nove stanze, un’automobile e una motocicletta. E questo perché il sequestro svanirà con l’estinzione del reato.
Come si era detto nel momento in cui la notizia della maxi-truffa era diventata di dominio pubblico, cuore dell’inchiesta è stata la falsa laurea in Biologia che la supplente certificò di aver preso il 26 luglio del 2000 con un atto «integralmente contraffatto» secondo la Procura e datato 23 agosto 2000, consegnato alla prima scuola media, a Bisuschio, a cui chiese di fare supplenza. E dato che non ci sono vie di mezzo - la laurea c’è o non c’è - e in questo caso non c’era (la scuola lo scoprì a seguito di un ultimo contratto annuale, dal 17 settembre 2020 al 31 agosto 2021, nella scuola media di Saltrio dell’istituto comprensivo di Viggiù), l’inchiesta della Procura si è chiusa molto rapidamente con una richiesta di rito immediato. Ma il processo, come detto, quasi certamente non ci sarà. Infatti, anche se il gip deciderà se concedere o meno la messa alla prova solo dopo aver visto il programma messo a punto dall’Uepe (l’Ufficio esecuzione penale esterna) nel corso di un’udienza in programma il prossimo 18 novembre, il fatto che non si sia opposto in prima battuta è significativo.
Per quanto riguarda poi il risarcimento, va tenuto presente il fatto che il reato di falso, commesso 22 anni fa, è ampiamente prescritto e anche per quanto riguarda la truffa non tutte le supplenze ottenute illecitamente negli anni sarebbero oggi punibili. Da qui un conto della docente e del suo difensore che sarà prevedibilmente ben diverso da quello della Procura e della Guardia di finanza: a inizio anno si era parlato di 324.346 euro e 2 centesimi di stipendi versati dallo Stato nell’arco di 21 anni e 28.066 euro e 75 centesimi erogati come indennità di disoccupazione e trattamento di fine rapporto (in questo caso dal 2008 al 2021). Per un totale superiore ai 350.000 euro.
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