IL BORGO UNESCO
Nuovo arciprete al Sacro Monte
Indiscrezioni indicano il direttore di Villa Cagnola, monsignor Eros Monti, successore di don Sergio Ghisoni

Occhi e attenzione sul Sacro Monte, per puntare al rilancio, all’accoglienza dei turisti e alla necessità di rendere più semplice l’arrivo e la sosta di pellegrini e turisti. Se ne parla e se ne discute molto, in attesa di fatti concreti che stentano a profilarsi all’orizzonte. Non così per la Chiesa. La vera novità viene infatti dal Santuario di Santa Maria del Monte. E riguarda il fatto che da settembre l’arciprete, don Sergio Ghisoni, lascerà il borgo Unesco (era arrivato nel 2018)
A guidare la parrocchia più blasonata della provincia, sarà chiamato, secondo indiscrezioni, don Eros Monti, direttore di Villa Cagnola a Gazzada, docente e teologo di fama ma anche uomo pragmatico che ha fatto crescere il centro studi, il centro culturale e di convegni e lo scrigno d’arte e botanico che è, in un solo luogo, Villa Cagnola.
Non c’è l’ufficialità dell’arrivo di monsignor Monti a Varese - così come non è dato sapere chi sarà il suo successore a Gazzada - ma da giorni ormai non si parla d’altro, nel borgo sopra Varese e non solo.
Il passaggio di consegne, con un affiancamento di circa un mese, avverrà in settembre. Don Sergio Ghisoni, l’arciprete, si dice «molto dispiaciuto e molto felice al contempo». Triste perché lascia un luogo e un incarico unici, felice perché sarà altrove, sempre come parroco. «Sono infinitamente grato a questo luogo benedetto» dice don Sergio. Che di battaglie e di difficoltà ne ha condotte e vissute, in primis la pandemia che ha dapprima azzerato pellegrinaggi e visite e poi trasformato il Sacro Monte in un luogo da ”turismo di massa” a Km zero, quando ancora non si era fuori dal Covid.
Tra le imprese cominciate, quella del rilancio con una sorta di fabbriceria del Duomo, cioè di fabbrica del Santuario, e gli appelli - a inizio 2020 - «perché lo sguardo di tutti è rivolto quassù. Ebbene, se il Sacro Monte è il biglietto da visita della città, bisogna tutelarlo», aveva detto.
Se davvero sarà, don Eros Monti a capo della parrocchia di Santa Maria del Monte, a lui saranno utile l’esperienza gestionale maturata a Villa Cagnola (e ci perdonerà se con una “fuga in avanti” abbiamo anticipato il suo molto probabile arrivo a Sacro Monte, ma né il luogo di fede e arte né la sua figura di sacerdote e comunicatore possono fare passare in secondo piano la notizia).
D’altronde da amministrare vi sono i beni della parrocchia, cioè il museo Baroffio e del Santuario (che comprende la cripta) e l’incredibile patrimonio del viale delle Cappelle. Tutto il patrimonio Unesco del borgo è di proprietà della parrocchia. E forse anche qui sta la difficoltà nel coniugare e fare confluire gli aiuti pubblici per il restauro e la manutenzione del patrimonio. Non che non si stia lavorando, anzi.
Encomiabile l’impegno di residenti, ristoratori, dell’associazione Amici del Sacro Monte che - grazie alla presidente Maria Rosa Bianchi - svolge il ruolo di facilitatore nel dialogo costruttivo tra i vari enti che hanno a cuore il borgo. Tutti con un unico obiettivo: proteggere e rilanciare il Sacro Monte. Una strada che l’amministrazione comunale ha imboccato da tempo e per la quale ora si attendono riscontri. Perché la stagione turistica è ormai cominciata, gli eventi sono stati organizzati (leggi per esempio uno spettacolare cartellone di Tra Sacro e Sacro Monte), così come “pulsano cultura” i musei (anche la Casa Museo Pogliaghi che è di proprietà della Veneranda Biblioteca Ambrosiana).
Poi però ci si scontra con vari problemi pratici, come l’accessibilità complicata, la funicolare ancora ferma, l’assenza di parcheggi, la manutenzione del borgo da perfezionare.
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