VIA ALBANI
Palaghiaccio ibernato
Ufficializzata la chiusura dell’impianto fino al termine dei lavori

Palaghiaccio addio. Per davvero. Con la riunione di ieri pomeriggio anche gli ultimi speranzosi hanno dovuto fare i conti con la realtà. Questa volta non c’è intervento sulla struttura che possa renderla di nuovo agibile per l’inizio della stagione sportiva.
Un concetto ormai chiaro ai più, ma che non era mai stato comunicato ufficialmente alle associazioni sportive. Ieri pomeriggio c’è stato l’incontro chiarificatore, con il sindaco Davide Galimberti e l’assessore Dino De Simone, in cui è stato messo in chiaro che l’impianto non aprirà mai più, almeno non prima del termine dei lavori di riqualificazione che a questo punto, non essendoci più le attività sportive di mezzo, potranno anche partire in anticipo ed essere portati avanti in tutta serenità. Una notizia che, seppur i responsabili delle associazioni avessero già orecchiato dai giornali settimane fa, ha avuto comunque un effetto scioccante.
Sono sessantatré le persone che lavorano all’interno della struttura tra la parte ghiaccio, il nuoto e il bar e che ora dovranno ripensare completamente le loro vite, il loro futuro e che dopo la riunione di ieri con l’amministrazione sono ancora più confuse. Perché si sono anche sentite dire, ma sempre nulla di nuovo, che per quanto riguarda la parte ghiaccio si farà una pista provvisoria nell’antistadio, e che per il nuoto possono usare altri impianti in condivisione con le società che già ci lavorano. Non è stato detto loro, quindi, che tipo di struttura sarà quella che vogliono posizionare al “Franco Ossola”, quando sarà pronta e come si possono organizzare per utilizzarla considerando che non ci sono solo i Mastini che si allenano, ma anche i corsi per i bambini e il pattinaggio. Informazioni importantissime.
Una pista provvisoria per esempio, si monta in poco tempo e costa tra i 200 e i 250 mila di affitto annui. Costi elevati dettati dal fatto che non si tratta di quelle che si vedono nelle piazze o nei centri commerciali a Natale, ma di piste con reti protettive e balaustre. Le cifre lievitano fino a 800mila euro se si parla di una struttura fissa, ma con tempi di realizzazione più lunghi.
Insomma sono riflessioni importanti da fare, c’è poco tempo per farle e le associazioni del ghiaccio restano ancora in sospeso. Chiaro che si sono informate per poter andare a pattinare negli impianti di Milano e Como, ma quanti genitori sarebbero disposti a fare dei viaggi per portare i loro figli a pattinare, per esempio? Si perderebbe tutta una fetta di attività non legate all’agonismo e quindi di lavoro.
Peggio ancora è andata alle associazioni di nuoto: impossibile allestire una piscina provvisoria, chiaramente. L’amministrazione ha quindi proposto loro di “smistare” i corsi che organizzano nelle altre vasche cittadine, impegnandosi a trovare degli accordi con le società sportive già attive. Peccato che non tutte le piscine siano idonee a certi tipi di attività per esempio, per cui occorrono profondità e lunghezze importanti, che quindi andrebbero a morire. E non ultimo le disposizioni anti-coronavirus stanno già limitando moltissimo le attività sportive ed è difficile ipotizzare che altri impianti siano disposti a rinunciare ad ulteriori vasche e clientela.
L’appuntamento è ora fissato per la settimana prossima quindi, in due step. Il primo mercoledì alle 18 in diretta sul canale YouTube del Comune di Varese, con la commissione sport, in cui sindaco e assessore sono chiamati a relazionare sui fatti che hanno portato a questa situazione. E poi venerdì di nuovo con i rappresentanti delle associazioni sportive per aggiornarli.
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