L’ALLARME
«Il flagello degli orti»
Dopo la cimice asiatica si teme l’inasione di un altro insetto alieno

«Quest’anno il numero delle delle cimici asiatiche che ha svernato da noi è stata minore rispetto ai due inverni precedenti, e fino adesso gli adulti trovati in campo sono stati pochi: nettamente in diminuzione rispetto al 2017 in questo periodo. Potrebbe essere un buon segno».
Ad affermarlo è l’agronomo Fabrizio Ballerio: è lui a spiegare che cosa dobbiamo aspettarci in questi mesi in tema di insetti alieni.
A fianco a questa buona notizia, però, anticipa subito che è in arrivo anche nelle nostre zone una nuova minaccia per giardini, orti e frutteti: la Popillia Japonica.
Oltre al nome leggiadro però non c’è altro: perché sarà un altro flagello.
«Di solito gli insetti alieni hanno un picco di individui e danni nei primi due o tre anni di presenza poi la situazione si stabilizza - dice Ballerio -. Speriamo sia così anche per la cimice; intanto la Comunità Europea ha autorizzato l’importazione a scopo sperimentale dell’antagonista naturale presente in Cina».
L’unica possibilità per difendersi intanto dalla cimice, consiglia l’esperto, è avvolgere piante da frutto e ortaggi con reti antigrandine o meglio antinsetto e coprire con tessuto non tessuto ortaggi bassi e fragole. Ci sono poi le reti impregnate con insetticida a base di piretro con al centro un feromone che attrae le cimici che così muoiono.
«E poi ci sono le piante-esca, fagioli nani, fagiolini o soia, di cui le cimici sono ghiotte e che piantate in giardino le attirano», dice Ballerio.
Dopo le cimici, ora tutta l’attenzione degli esperti è verso la Popillia Japonica, che «l’estate scorsa è già stata rinvenuta intorno al Lago di Monate e a breve temo arriverà anche a Varese - dice Ballerio -. Ma attenzione a non confondere questo insetto con altri coleotteri presenti da noi da molti anni. I caratteri distintivi inequivocabili sono i ciuffi di peli bianchi presenti ai lati e sul posteriore».
E ne ha fatta di strada, l’insetto, da quando nell’estate 2014 è stato avvistato nei pressi dell’aeroporto di Malpensa. Dalle Isole Azzorre la Popillia è volata quassù e pare anche in Canton Ticino, dov’è stato avvistato un focolaio. Assomiglia al nostrano scarabeo, è lunga circa un centimetro e di color verde metallico.
«Adora letteralmente di tutto - riprende l’agronomo -. A parte mais, soia, melo, pero, ciliegio e aceri, tigli e un po’ tutti gli ortaggi, nel Novarese ho visto persino una siepe di lauro “pelata” dalla popillia».
Gli “antidoti”? Gli stessi della cimice.
Perché, come quest’ultima, anche la Popillia promette di essere un nuovo flagello.Renata Manzoni
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