ZONA STAZIONE NORD
Varese: ragazza insulta e morde i poliziotti
La 25enne arrestata per resistenza e lesioni. I due agenti curati in ospedale

Urlava frasi sconnesse e lanciava oggetti in mezzo alla strada. E quando i poliziotti sono arrivati e hanno cercato di caricarla sull’auto di servizio, lei ha reagito insultando, minacciando, scalciando, graffiando, persino mordendo. Risultato? Una giovane donna in manette, due agenti in ospedale, uno con i segni di un morso su un braccio, l’altra con la pelle scorticata dalle unghie dell’esagitata.
L’ennesima aggressione alle forze dell’ordine è andata in scena venerdì sera, 13 giugno, all’incrocio tra via Casula e via Adamoli. Alcuni cittadini hanno chiamato il 112 segnalando una ragazza che - apparentemente sotto l’effetto di alcol e droghe - stava dando i numeri davanti alla stazione delle Nord: gridava frasi senza alcun senso logico e buttava sul marciapiede e sulla carreggiata tutto ciò che trovava, dagli abiti ai rifiuti. Sul posto è accorsa una pattuglia della Squadra Volante, i cui agenti - un maschio e una femmina - hanno faticato non poco per riuscire a bloccare la 25enne, italiana di seconda generazione (cioè nata nel Belpaese da genitori marocchini) formalmente residente a Tradate ma di fatto senza fissa dimora. Alla vista del personale in divisa, che ha provato a identificarla e a farla salire in macchina, ha dato ancor più in escandescenze. A fare le spese della sua violenza sono stati proprio i due poliziotti, che hanno incassato calci e spintoni ma anche ferite e morsi alle braccia (entrambi medicati al Pronto soccorso del Circolo, sono stati poi dimessi con prognosi di sette giorni). A loro la ragazza ha anche rivolto pesanti insulti e minacce, anche di morte («Ammazzo voi e la vostra famiglia, dopo essermela scopata»). Inevitabile l’arresto, con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali.
Dopo una notte in cella, la 24enne, incensurata, è stata accompagnata ieri mattina in Tribunale per la convalida del provvedimento. Interrogata dal giudice Stefania Brusa, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Dopo la ratifica dell’arresto, la ragazza è stata scarcerata, con la misura cautelare del divieto di dimora a Varese, come chiesto dal pubblico ministero Lucilla Gagliardi. Decisione che la giovane - il cui atteggiamento strafottente è stato più volte ripreso anche dal suo difensore, l’avvocato Raffaella Servidio - ha accolto con un applauso («E ora dove vado?»). Tornerà in aula, per il processo per direttissima (il legale ha preannunciato la volontà di patteggiare), alla fine di giugno.
Graffi, morsi e minacce
di morte agli agenti
Scarcerata, la donna
deve lasciare la città
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