LA POLEMICA
Varese, requiem per l’albero dei valori
Morta la pianta che venne messa a dimora nel 2016. L’ex vice sindaco Zanzi critica il Comune. «Menefreghismo»
Era stata messa a dimora ai Giardini Estensi nel novembre del 2016, in occasione della Giornata nazionale degli alberi. La prima giunta Galimberti si era da poco insediata. Ora, l’amara sorpresa: la pianta, un esemplare di Stewartia pseudocamellia, «è morta stecchita». Lo ha comunicato oggi, mercoledì 18 maggio, l’agronomo Daniele Zanzi, già vice sindaco nella scorsa amministrazione comunale. Il suo commento è di dura critica all’attuale governo cittadino: «Spesso le attitudini sono lo specchio del carattere o delle attenzioni che si è in grado o si è capaci di mettere nel quotidiano, in quelle cose magari ritenute piccole, ma che sono tuttavia indici poi dell’agire anche nelle grandi cose. Chi è menefreghista e disattento nel piccolo lo è anche nel grande!».
«Con rabbia e dispiacere constato che oramai da tempo, senza che nessuno che dovrebbe o potrebbe intervenire intervenga, l’albero, un raro esemplare di Stewartia pseudocamellia, che l'intera Giunta mise a dimora ai Giardini Estensi in occasione della Giornata Nazionale degli alberi, il 21 novembre 2016, come simbolo augurante per un proficuo mandato futuro, è morta stecchita» ha scritto Zanzi su Facebook. «Avevo allora fortissimamente voluto la piantagione di un albero commemorativo ben augurante - osserva l’ex vice sindaco -, molte altre nuove messe a dimora seguiranno poi nei cinque anni successivi di mandato. Alberi rari messi a dimora in ricordo o per onorare personalità o benefattori. Quindi alberi simbolo, da curare e accudire con attenzione e rispetto , almeno nei primi anni di vita».
«Vedere ora questo albero simbolo e commemorativo lasciato lì abbandonato e morto fa tristezza e invita a riflettere. Precursore di quello che verrà e in parte è già avvenuto? Per la cronaca, non è stato un leghista iracondo o un vandalo a causarne la morte, ma l’assenza di cure e non per ultimo i colpi e le ferite inferte al colletto dell’albero dal decespugliatore di un distratto e non controllato manutentore del verde. “Chi pianta un albero pianta una speranza” scrisse qualcuno. Amen per un albero e amen anche per un sogno» conclude l’agronomo Zanzi.
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