BERNASCONE
Campanile, il progetto in Curia
Si attendono tutti i permessi per dare il via al progetto di restauro

Quasi ottanta metri di altezza. La complessità dei lavori sarà rappresentata da ponteggi e impalcature che inevitabilmente saranno necessari per restituire alla città il proprio simbolo, non solo religioso, dopo le cure degli esperti. Il progetto per il restauro del campanile del Bernascone è stato depositato in Curia circa tre settimane fa. A fare avere i documenti, la parrocchia di San Vittore Martire, che è proprietaria della torre che ha compiuto 400 anni nel 2017. Il progetto, coordinato dall’architetto Giorgio Vassalli e al quale ha collaborato un team di esperti, dice che cosa viene consigliato fare e come procedere, per evitare che dal campanile cadano altri calcinacci, come è avvenuto in passato, per scongiurare che le varie, ricche parti esterne si sgretolino, per mettere in sicurezza la parte interna. Non si lavora sulle fondamenta. «La stabilità del campanile non è in discussione, abbiamo eseguito nei mesi scorsi vari accertamenti per giungere a questa certezza», spiega il prevosto, monsignor Luigi Panighetti. Il simbolo della fede e della città costruito accanto alla basilica non scricchiola. Serve però un intervento importante, lo si sapeva già quando, un anno fa, è stato lanciato il progetto per salvare il campanile, con un comitato d’onore composto da personalità di spicco.
Al momento, attorno al campanile, compaiono soltanto le transenne con il telo arancione tipico dei cantieri. L’area delimitata aveva ospitato nei mesi scorsi una preziosa mostra sulla storia del campanile, ora servirebbe che qualche associazione culturale o l’amministrazione comunale che ha sempre sostenuto la necessità di evitare, a prescindere da sgretolamenti e carotaggi, il parcheggio sotto la torre, contribuisse a rendere meno “zona di cantiere” il campanile, cuore della città non solo religiosa. Sul limitare del manufatto, che ha una base quadrata di 10,85 metri per lato, la scorsa estate sono stati eseguiti alcuni prelievi di terra e sassi per verificare la composizione del sottosuolo. Sono state al lavoro anche alcune sonde: analisi in punti precisi e limitati per saggiare il terreno e giungere al responso su staticità e stabilità della torre campanaria, che ha otto campane e che lungo le facciate riporta ancora i segni delle cannonate austriache. Il generale Urban, nel 1859, voleva infatti punire la torre che con le sue campane aveva accompagnato la vittoria dei Garibaldini.
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