LE ACCUSE
Varese: ricettazione e truffa, prosciolto Domenichini
L’uomo in carcere con l’accusa di aver ucciso Carmela Fabozzi doveva rispondere per un assegno rubato in un’edicola a Induno Olona e speso poi in una cartoleria. Ritirata la querela

Comprò i libri di scuola per il figlio pagandoli con un assegno rubato: i reati sono estinti perché la querela manca o è stata ritirata. S’è concluso oggi, lunedì 8 gennaio, con una sentenza di “non doversi procedere” l’ennesimo processo a carico di Sergio Domenichini, il malnatese in carcere a Pavia, accusato dell’omicidio di Carmela Fabozzi, uccisa con nove colpi alla testa nella sua casa di Malnate il 22 luglio 2022. Questa volta, l’ex guardia giurata, doveva rispondere di ricettazione e truffa per la vicenda di un assegno rubato a un edicolante di Induno Olona e poi usato per acquistare libri in una cartoleria di Varese.
Il primo reato è diventato furto, in quanto la vittima in udienza aveva dichiarato che l’imputato glieli aveva rubati all’interno dell’edicola approfittando della sua assenza per un malore; reato per il quale non è stata presentata querela.
Il secondo, invece, è stato dichiarato estinto perché il cartolaio ha ritirato la querela: «Non mi interessa prendere soldi, e non voglio infierire», ha spiegato al giudice Luciano Luccarelli. E così per Domenichini, difeso dall’avvocato Francesca Cerri, che lo assiste anche in Corte d’Assise, il processo s’è chiuso senza condanne.
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