SANITÀ
Varese: «Ricomincio a vivere dopo 14 operazioni»
La storia di Manuel, rinato dopo due anni e mezzo e una lunghissima trafila in ospedale in seguito a un grave incidente

Quando due dottori fanno davvero la differenza, restituendo una vita normale a un ragazzo di 26 anni. La storia di Manuel è la storia di un’eccellenza tutta varesina: quella del reparto di Ortopedia dell’ospedale di Circolo di Varese, dove i chirurghi Luca Monestier e Giacomo Riva hanno compiuto un vero miracolo. Perché se non fosse stato per loro, Manuel, ciclista che sognava di diventare professionista, avrebbe quasi sicuramente perso una gamba. Invece oggi può ancora lavorare, camminare e anche andare in bicicletta. Certo, ci sono voluti più di due anni. Ma adesso finalmente per lui un capitolo doloroso si è chiuso con un lieto fine che non era affatto scontato.
Manuel Todaro abita a Castano Primo ed è un ragazzone atletico, fino a tre anni fa era una promessa del ciclismo e tra gare e allenamenti macinava migliaia di chilometri all’anno. La sera del 29 giugno 2020 stava tornando a casa dal lavoro in moto, quando sulla Provinciale 34, all’altezza di Arconate, un’auto uscita da un distributore gli si era parata davanti. Manuel guidava una Honda 500, non un mostro di velocità e di potenza. Non andava forte, ma l’impatto era stato inevitabile. Nell’incidente la gamba sinistra era rimasta schiacciata tra il motore della moto e il paraurti dell’auto, i soccorritori che per primi erano arrivati sulla Provinciale avevano scosso la testa. Il suo piede sinistro era praticamente staccato dalla gamba, l’amputazione sembrava inevitabile. A meno di tentare il tutto per tutto con l’Ortopedia di Varese, dove si sa che ci sono medici che a volte riescono a inventare soluzioni che ad altri sembrano impossibili.
La decisione l’aveva presa l’operatore del 118, dopo lunghi minuti Manuel era stato caricato in elicottero ed era volato fino all’Ospedale di Circolo. «Quando è arrivato la situazione era decisamente complessa – ricorda Monestier -. Parte delle ossa della caviglia erano state distrutte, nella ferita c’erano detriti di erba e terra. La prima cosa da fare era ridurre il rischio di infezioni mediante sfere con antibiotici ad elevato dosaggio, ma poi bisognava subito mettersi al lavoro per studiare bene una serie di interventi di ricostruzione».
Il primo intervento chirurgico dura dieci ore, dopo una prima settimana passata in coma farmacologico Manuel resta in ospedale un altro mese. Da allora, in tutto è stato operato 14 volte, l’ultima nel dicembre 2021. «È stato necessario ricostruire le ossa mancanti – spiega Riva -. In parte abbiamo usato materiale prelevato dalla cresta iliaca, in parte la testa di un femore proveniente dalla banca dell’osso di Milano: così facendo è stato possibile colmare la perdita subita».
Un millimetro dopo l’altro, le ossa hanno iniziato a saldarsi, mentre intorno la carne ricominciava a crescere. «Da allora sono passati due anni e mezzo – ricorda oggi Manuel -. Non sono stati anni semplici: prima gli interventi, poi la lunghissima fisioterapia, che è durata due anni. Ma se oggi posso ancora camminare e andare in bicicletta lo devo agli ortopedici dell’ospedale di Circolo, che sono stati davvero eccezionali». Certo, Manuel non ha recuperato completamente la mobilità della caviglia. Ma ripensando ai terribili giorni dopo l’incidente il risultato raggiunto ha dell’incredibile. «A Varese ho trovato grandissima competenza e tanta umanità. Il dottor Monestier e il dottor Riva mi hanno seguito in tutto il percorso, se oggi posso ancora camminare e pedalare, lo devo a loro». Anche in questo caso, a fare la differenza sono state prima di tutto le persone.
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