L’AIA LO REINTEGRA
Varese, Minelli torna arbitro
Dopo il caso delle graduatorie sistemate per favorire la promozione di alcuni a scapito di altri

Sono stati 10 mesi di autentica sofferenza per Daniele Minelli ma, come si dice, chi la dura la vince. L’arbitro varesino era stato “dismesso” dall’Associazione Italiana Arbitri il 31 agosto del 2020 ma ieri, sabato 3 luglio, è stato reintegrato nei ranghi della CAN di serie A e B e tornerà a dirigere ai massimi livelli.
Occorre riepilogare i fatti perché al momento dello stop, la giacchetta nera che il prossimo 9 luglio compirà 39 anni, era lanciata verso la massima serie dove ha già arbitrato in tre occasioni. E invece, al momento dei verdetti di fine stagione 2019/2020, Minelli si era ritrovato clamorosamente fra gli esclusi assieme al collega Niccolò Baroni con la motivazione di un rendimento non più all’altezza. Decisione apparsa da subito assai strana visto che lo stesso Minelli, proprio per i suoi meriti sul campo, era stato designato per dirigere una delle difficilissime semifinali playoff per salire in serie A.
Nel maggio scorso, però, dopo il passaggio da Nicchi a Trentalange alla presidenza degli arbitri italiani, ecco che, proprio a seguito della denuncia di Minelli e Baroni, scoppia il caso delle graduatorie sistemate per favorire la promozione di alcuni arbitri a scapito di altri. E quegli “altri” erano proprio il direttore di gara varesino e il collega. Dopo due ricorsi andati incredibilmente a vuoto vista l’evidenza delle prove, ci ha pensato lo stesso Trentalange a prendere in mano la situazione con un provvedimento pubblicato proprio ieri: “preso atto dell’eccezionalità della vicenda” recita il comunicato firmato dal presidente, si è deciso addirittura di ampliare l’organico delle giacchette nere di A e B per consentire a Minelli e Baroni di essere reintegrati. Una bellissima notizia per l’arbitro di Morosolo al quale è stato finalmente restituito quanto gli era stato indebitamente tolto. E ora non resta che tornare a vederlo arbitrare in serie A come per troppo tempo non gli era stato incomprensibilmente permesso.
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