IL CASO
Varese: scritte contro gli stranieri
Rabbia e razzismo in via Como. Da tempo segnalato il degrado della zona

Il degrado e la xenofobia si intrecciano in via Como, dove nei giorni scorsi sono comparse due scritte, proprio accanto e difronte al cortile della scuola Mazzini e a pochi passi dall’asilo Veratti. Due messaggi di odio (uno dei quali firmato con una croce celtica, simbolo utilizzato dai gruppi di estrema destra), che ha suscitato indignazione e preoccupazione, in particolare tra i genitori che ogni mattina accompagnano i figli all’asilo e alla scuola elementare. Molti di loro sono tra l’altro di origine straniera e vivono questo episodio come un segnale inquietante di intolleranza.
Due brutte immagini difficili da spiegare ai bambini che, seppur nati qui, si sentono così diversi e sbagliati. Parole che fanno male, ancor di più perché impresse fuori dalle scuole.
DISAGIO ANNOSO
La situazione di via Como, però, è più complessa di un paio di scritte. La coordinatrice dell’asilo, Simona Morandi, e a suo tempo la stessa Luisa Oprandi, consigliera Pd ed ex direttrice del plesso scolastico, hanno più volte segnalato la presenza di gruppi di giovani, spesso stranieri, che si radunano fuori delle scuole, bivaccando per ore tra marciapiedi e cortili. Si parla di spaccio di droga al dettaglio, del consumo di alcolici in pieno giorno, con conseguente immondizia sparpagliata in giro, fino agli schiamazzi e alla musica alta. Presenze talmente ingombranti che il vecchio ingresso alla scuola e le finestre delle aule sono stati blindati per evitare intrusioni. Non i vandalismi però. I muri esteri degli edifici scolastici sono infatti tappezzati di graffiti e scritte.
ESCALATION PREOCCUPANTE
Ultimamente i genitori segnalano anche una preoccupante evoluzione del fenomeno: ai gruppi di stranieri si sarebbe aggiunta la presenza di ragazzi italiani che bivaccano e le scritte potrebbero anche essere il segnale di un territorio che si vuole rivendicare. La paura è quindi che prima o poi la rivalità tra le due “bande” esploda, come spesso accade nelle zone limitrofe, coinvolgendo malauguratamente anche i bambini. «Non sempre commettono reati, ma il comportamento di questi ragazzi trasmette insicurezza - afferma la coordinatrice dell’asilo -. L’area dovrebbe essere un luogo sicuro per le famiglie, invece si ha l’impressione di abbandono e non è questo l’ambiente in cui vorremmo far crescere i bambini».
ZONA DIFFICILE
Via Como è il riflesso di quello che succede anche nell’area circostante, quella che comprende il comparto Stazioni. Gli interventi di riqualificazione urbana, avviati con grandi aspettative, si sono rivelati lenti e parziali, finendo paradossalmente per ampliare le zone di abbandono. Le strutture incompiute e gli spazi mal gestiti sono diventati punti di ritrovo per gruppi che contribuiscono all’insicurezza percepita dai residenti e frequentatori.
Di fronte a questa situazione di disagio dilagante, i cittadini chiedono interventi concreti. La speranza è che almeno nei luoghi dell’educazione, si possano ripristinare il decoro e la sicurezza, restituendo ai bambini il diritto di crescere senza paura. Come prima cosa, bene sarebbe quindi cancellare quelle scritte.
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