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Varese, via Como terra di nessuno: «Una festa per farla rivivere»
Chi ci abita e lavora ha paura. Vicina al centro ma è periferia

Chi vive e lavora in via Como «ha paura». È stato detto in modo chiaro giovedì scorso, a Palazzo Estense, durante la riunione del Consiglio di quartiere 5. A spaventare sono le bande di ragazzi che sostano sulla strada bevendo, fumando e forse spacciando.
Ieri, sabato 13 gennaio, siamo andati in via Como per raccogliere qualche altra voce. Chi lavora su quella strada racconta di un territorio completamente lasciato a se stesso. Nessuna luminaria. Nessun evento. Le auto sostano abitualmente in divieto di sosta. In via Como ci si sente in periferia, anche se piazza San Vittore è ha due passi. La cosa che più preoccupa è il bivacco pomeridiano di individui di diverse nazionalità che si dividerebbero la strada in settori: gli italiani, poi i marocchini, poi ancora i peruviani. Difficile dire cosa facciano lì, anche se è capitato di vedere movimenti che farebbero pensare allo spaccio. Ad esempio: viavai di persone che si fermano, si appartano, zaini che si aprono per poi richiudersi velocemente. Più di una persona ha assistito a litigi e risse. Le aiuole sono usate come bagni.
Per disincentivare il bivacco davanti alla scuola primaria Mazzini, la preside Luisa Oprandi da anni chiede la posa di alcune fioriere, cosa che però non sarebbe autorizzata dalle Belle Arti. «La scuola non è mai stata infastidita dalle persone che sostano sulla strada – precisa la preside -. Anche perché il fenomeno si verifica dalle 16 in poi, quando le lezioni sono terminate. Il cancello che si affaccia sul nostro cortile è sempre chiuso: abbiamo dato le chiavi anche alle associazioni e a chi utilizza la palestra in orario extrascolastico, in modo da non doverlo mai lasciare aperto e non abbiamo mai avuto problemi».
Cosa fare per rendere la zona più vivibile? L’assessore alla Polizia locale, Raffaele Catalano, durante il Consiglio di quartiere, ha chiesto ai commercianti e ai residenti di denunciare quello che non va bene, perché «stare zitti non aiuta a risolvere la situazione». I passaggi della Polizia locale potrebbero essere intensificati qualora venisse aumentato il numero di agenti.
Nel frattempo, il Consiglio di quartiere sta pensando di organizzare una festa coinvolgendo i negozianti e gli studenti dell’aula studio Forzinetti. Questi ultimi già la scorsa estate hanno animato la zona con due eventi: un “Cervellone” a scopo benefico e un campionato di speedcubing. «Siamo a disposizione, di idee ne abbiamo tante» conferma Lorenzo Ferraro, studente di fisica e referente dell’aula studio.
Nel passato gli studenti sono stati presi di mira dagli stessi balordi che sostano in via Como, che si mettevano sulle scale che conducono all’aula Forzinetti lanciando bottiglie, tanto da rendere necessario l’intervento delle forze dell’ordine. Un problema che si è ripresentato la scorsa estate, ma che negli ultimi mesi non si è più riproposto.
In primavera, nell’Informagiovani di via Como, dovrebbe essere pronta la nuova aula studio, ma gli studenti sono tanti – più di 200 - e vorrebbero continuare ad avere a disposizione anche l’aula Forzinetti. «Desidereremmo però che fosse rimessa a nuovo. Auspichiamo che il Comune effettui gli interventi necessari, anche perché senza di noi verrebbe meno un presidio sul territorio», dice Ferraro.
In via Como ha sede l’associazione Logos, che si occupa di legalità, e che ha già qualche idea su come organizzare una eventuale festa di strada: un grande palco per la musica, poi angoli dove presentare i libri, affrontare temi di dibattito e altro.
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