IL CASO
«Esame regolare, patente ritirata»
Inchiesta della Procura di Como su autoscuole e funzionari della Motorizzazione: lo sfogo di una ventenne varesina

Dalla gioia incontenibile per aver conseguito la patente, fino all’amarezza di essersela vista ritirare pochi mesi dopo, con nel cuore la consapevolezza di non aver fatto nulla di male. A raccontare l’incubo in cui è piombata pochi giorni fa è la varesina Lucrezia Bertoli, vent’anni ancora da compiere, che l’altra settimana è stata convocata negli uffici della Polizia stradale per il sequestro della sua licenza di guida, su ordine della Procura di Como.
Il motivo? La maxi inchiesta sulle presunte “patenti facili” aperta alla fine del maggio scorso dalla magistratura lariana, in cui sono stati coinvolti un funzionario della Motorizzazione comasca e tre autoscuole. Dagli atti dell’indagine risulta come «sono stati acquisiti elementi dai quali emerge che numerose patenti di guida sono state ottenute mediante l’irregolare superamento dell’esame pratico di guida». Nel dettaglio, «dalle dichiarazioni raccolte dalla polizia giudiziaria e dai dati acquisiti dal sistema di controllo satellitare Gps» - si legge ancora nei documenti del fascicolo - è emerso che uno degli indagati «effettuava esami di guida con una durata inferiore ai tempi previsti per legge, ossia 25 minuti per le categorie A, B, B-E e 45 minuti per le restanti categorie». E proprio per questo motivo decine di persone hanno dovuto riconsegnare le licenze di guida, perlopiù di mezzi pesanti, ma alcune anche per l’automobile.
«Non ho idea di quanto sia durato con precisione il mio esame di guida, perché non era questa la mia prima preoccupazione in quel momento – spiega incredula Lucrezia -, ma so con certezza di aver conseguito la patente in maniera onesta». La giovane si era iscritta regolarmente a un’autoscuola varesina che gravita sulla Motorizzazione di Como: nell’aprile dell’anno scorso ha superato l’esame teorico e un mese dopo quello pratico, anche questo senza problemi. Tutto sembrava procedere come per tantissimi suoi coetanei finalmente in possesso dell’agognata “tessera rosa” fino a quando, pochi mesi dopo, la ragazza è stata convocata a Como per essere sentita dagli inquirenti e, una decina di giorni fa, si è dovuta presentare al Comando della Polstrada varesina, su richiesta della Procura comasca: «Qui mi è stato detto che dovevo consegnare la patente perché era sotto sequestro – racconta ancora Bertoli -, poi tramite la Motorizzazione ho saputo che ora dovrò ripetere tutta la trafila dell’esame, compresa la parte teorica, per ottenere nuovamente la licenza di guida». Tempo e quattrini da investire di nuovo, dunque, «nonostante io non abbia fatto nulla di scorretto – conclude Lucrezia -: la patente l’ho conseguita onestamente, senza scorciatoie».
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