IL PROCESSO
Varese, sesso con dodicenne: condannata l’amica di famiglia
L’ex collaboratrice scolastica, che si era offerta di aiutare il ragazzo nei compiti, condannata a 5 anni e 4 mesi. Ma respinge le accuse

«Lo aiuto io tuo figlio a fare i compiti». E la madre del ragazzino accettò volentieri l’offerta di quella amica di famiglia. Mai avrebbe immaginato di trovare poi nello smartphone del dodicenne alcune conversazioni dal chiaro contenuto sessuale con quella signora di una cinquantina d’anni. La quale non solo gli avrebbe inviato foto delle parti intime, ma si sarebbe spinta addirittura a iniziare il preadolescente alle gioie del sesso.
DENUNCIA, PROCESSO, CONDANNA
Per questo la donna, che vive in un paese nell’area del lago Maggiore, è stata prima denunciata, poi processata per il reato di atti sessuali con minorenne. All’udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Varese, Niccolò Bernardi, ha chiesto il giudizio abbreviato. Ed è stata condannata a cinque anni e quattro mesi di reclusione, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il giudice ha inoltre ordinato il risarcimento al giovane e a sua madre (costituitisi parte civile con l’avvocato Vittorio Crosta), disponendo una provvisionale complessiva di quindicimila euro.
LA DONNA RESPINGE LE ACCUSE
Una sentenza che potrebbe essere impugnata dall’avvocato Lucia Mazzocchin, difensore dell’imputata: la donna respinge infatti le accuse, negando di aver mai compiuto atti sessuali con il ragazzo, ritenendo non attendibile la ricostruzione fatta dal giovane in sede di incidente probatorio, quando - a suo dire - avrebbe ingigantito la prima versione resa nella denuncia ai carabinieri. Per quanto riguarda i messaggi a luci rosse, invece, si sarebbe limitata a stare al gioco del ragazzo.
FOTO SENZA VELI
Gli episodi contestati alla donna, incensurata e con un passato di collaboratrice scolastica, risalgono alla fine del 2020. Era il dodicenne a presentarsi nell’abitazione di lei per fare i compiti. Per un paio di mesi tutto è sembrato filare liscio: quando tornava a casa, il ragazzino non raccontava nulla di strano. Ma quando ha controllato il telefono del figlio, la madre ha trovato una serie di messaggi che lasciavano pochi dubbi sul tipo di relazione tra lui e la sua “insegnante”. Sono spuntate anche chiamate e videochiamate notturne, persino foto senza veli. Il ragazzino all’inizio avrebbe cercato di non inguaiare la donna, ma poi si sarebbe confidato con alcuni professori della scuola media che frequentava.
GLI ATTI SESSUALI
E così sarebbero emersi anche gli atti sessuali, sempre a casa di lei, dove avrebbero avuto pure un rapporto completo. Fatti che poi il giovane ha ribadito nell’audizione protetta in incidente probatorio, che ha quindi “cristallizzato” la prova in vista del processo. Fatti che secondo il gup, sono stati provati, e il risultato è stato la condanna a cinque anni e quattro mesi.
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