IN APPELLO
Sesso con minorenne, assolto animatore turistico di Varese
«Non l’ho violentata, in spiaggia fu un rapporto consensuale»

«Assolto perché il fatto non sussiste». La Corte d’Appello di Milano ha ribaltato la sentenza del Tribunale di Varese che, nel luglio del 2022, aveva condannato a quattro anni di reclusione il ventottenne varesino, ex animatore in un villaggio turistico a Creta, per atti sessuali con minorenne. Il giovane era infatti accusato di aver fatto l’amore con una ragazza, quindicenne all’epoca dei fatti (era il 2017), ospite del resort; ragazza nei confronti della quale, per l’accusa, lui aveva obblighi di vigilanza.
I giudici di secondo grado hanno quindi accolto la tesi del varesino, difeso dall’avvocato Veronica Ligorio: «Non l’ho stuprata, lei era consenziente», aveva raccontato durante il dibattimento a Varese. E uscendo dall’aula dopo la sentenza aveva parlato di «vergogna: rovinate la vita a un ragazzo per una bugia».
La Procura di Varese gli contestava il reato di violenza sessuale, per il quale chiese sette anni e mezzo di carcere. Reato che, però, il Tribunale ha riqualificato in atti sessuali con minorenne, condannandolo a quattro anni. Ieri, mercoledì 10 gennaio, la pubblica accusa è tornata a chiedere la condanna per il reato per il quale era stato aperto il fascicolo. Mentre la difesa ha riproposto l’assoluzione, sostenendo che si trattò di un rapporto consensuale con una ragazza che aveva più di 14 anni e che non era in alcun modo affidata alla custodia dell’imputato, il quale lavorava come tecnico del suono nel villaggio. Tesi condivisa dai giudici. L’assoluzione azzera anche il risarcimento danni stabilito in primo grado (con una provvisionale di 15mila euro).
LA VICENDA
I fatti avvennero nell’estate del 2017, tra il 15 e il 16 giugno. Prima ci fu un rapporto orale nel pomeriggio, anch’esso caratterizzato «da sopraffazione», secondo il legale della ragazza; poi, la sera, il rapporto sessuale vero e proprio in spiaggia. Un rapporto senza consenso della giovane donna - per l’accusa - che si concluse con il trasporto in ospedale della ragazza, colpita da una forte emorragia vaginale. «Dopo il ricovero in Grecia - ha spiegato l’imputato - ho parlato sia con lei, sia con sua madre. Chiacchierate normalissime». Ma quattro mesi più tardi, nella caserma dei carabinieri di Pavia, viene presentata la denuncia per stupro. Il processo si è svolto a Varese perché, trattandosi di un episodio avvenuto interamente all’estero, la competenza è del Tribunale della città di residenza dell’imputato.
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