L’APP DI SEV
Shopper va all’Università
Buzzi: gli studenti aiuteranno i negozianti a creare la loro vetrina virtuale

Mettersi al servizio della ripresa economica della nostra provincia e allo stesso tempo formare ragazzi pronti d entrare nel mondo del lavoro senza lasciare il nostro territorio.
L’Università degli Studi dell’Insubria affronta la crisi creata dalla pandemia schierandosi in prima linea. Quello che viene gettato è uno sguardo al domani, un futuro nel quale la tecnologia avrà sempre più un ruolo centrale.
In quest’ottica, Giulio Facchetti (preside del corso di laurea di Scienze della comunicazione), ha deciso di mettere in campo impegno e strategie al servizio delle vecchie e nuove imprese, soprattutto nel settore del Marketing societario e dei Media digitali, che ha nel professor Alessandro Buzzi il suo punto di riferimento.
Da anni stretto collaboratore di Ascom Varese, Buzzi insieme a Confcommercio provincia di Varese è tra i sostenitori di Shopper, la piattaforma di acquisti digitali, realizzata da Sev con il supporto della sua agenzia di comunicazione Prochemi.
Un progetto strettamente territoriale pronto a decollare, finalizzato alla valorizzazione del commercio di vicinato, per offrire al terziario del Varesotto una vetrina di alto livello, in grado di competere con i colossi dell’online e soprattutto di offrire una valida alternativa che consenta al cliente, di tutte le fasce d’età, di fare gli acquisti online nel negozio sotto casa, contribuendo in questo modo al rilancio dell’economia della propria città.
Professor Buzzi, qual è il ruolo dell’Università dell’Insubria all’interno del progetto Shopper?
«Abbiamo stipulato una convenzione in base alla quale un gruppo di studenti del corso specialistico di Marketing societario e Media digitali sono a disposizione per uno stage. Saranno di supporto agli associati di Confcommercio per assisterli nel lavoro di back office della piattaforma Shopper. Più banalmente, aiuteranno il negoziante nel lavoro di caricamento dei prodotti nelle vetrine virtuali.
Perché Shopper?
L’Università dell’Insubria sta consolidando il rapporto di collaborazione con Confcommercio provincia di Varese che, a sua volta, crede e punta sulla piattaforma di e-commerce provinciale che Sev sta sviluppando. Un prodotto di altissimo valore tecnico e dall’enorme potenziale, in grado davvero di diventare un punto di riferimento per i clienti di ogni età del nostro territorio.
Come si pongono l’Università dell’Insubria e il dipartimento per il quale lavora nei confronti della start up?
Le start up sono il nostro “territorio”; marketing e comunicazione sono il punto di partenza per ogni nuova attività. Le start up sono una opportunità per i nostri studenti, proprio come accade con Shopper: si va in prima linea a mettere in pratica ciò che si è appreso a livello teorico. Ma la piattaforma di Sev è qualcosa di più, perché unisce all’innovazione del prodotto la tradizione rappresentata dalle attività commerciali. Una doppia occasione per i ragazzi che, oltre a fare una esperienza nel mondo del lavoro potranno attingere dal bagaglio di esperienza di ogni commerciante. Il mix tra nuovo e vecchio
che sono convinto possa risultare vincente in un settore come quello dell’e-commerce.
Davvero l’e-commerce territoriale può fare concorrenza ai colossi della vendita online?
Non è semplice, ma nemmeno impossibile. Dobbiamo essere bravi a fare capire ad ogni singolo imprenditore che questa per lui è una opportunità da sfruttare oggi e che lo è soprattutto in ottica futura. Capiamo la difficoltà di molti commercianti a strutturarsi per l’online, soprattutto da parte di chi da decenni vive il proprio business in modo tradizionale. Ecco perché con Confcommercio e Sev mettiamo a disposizione in servizio in grado di agevolare in ogni modo l’ingresso nel mondo della vetrina virtuale.
Quando e in che modoShopper e tutti i sistemi di vendita online su base locale saranno un successo?
In questo caso, più che mai, vale il detto “l’unione fa la forza”. Più negozi aderiranno alle iniziative locali e più queste piattaforme diventeranno popolari. Quando parlo di unione non mi riferisco solo agli imprenditori, ma anche ai clienti che spero capiscano l’importanza del commercio locale e che perciò scelgano di sostenerlo. Rivolgo anche un pensiero ai Comuni: il negozio del contro storico, del rione e del quartiere, ha un valore di carattere sociale insostituibile. Una città senza vetrine muore e lascia spazio al degrado.
La campagna di Confcommercio >ComproSottoCasa va proprio in direzione…
Esatto. Comprare e, aggiungo, ordinare nel negozio sotto casa mai come in questo momento assume un significato di primaria importanza: in gioco c’è la sopravvivenza della rete dei negozi di vicinato.
La pandemia che stiamo vivendo, in che modo ha cambiato le abitudini di acquisto?
Il Covid-19 e i conseguenti lockdown hanno accelerato un processo già in atto, in fase avanzata in altri Paesi. Gli acquisti online, così come il servizi di delivery e asporto, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Cina, solo per fare i principali esempi, sono da tempo entrati nelle abitudini della maggior parte della popolazione. Un cambiamento da noi più lento, che ha subito un sensibile cambio di marcia forzato. Qualcuno si è fatto trovare preparato, altri si stanno adeguando, altri ancora stanno faticando ad accettare questa rivoluzione, a comprendere che Internet non è un nemico, ma un alleato da sfruttare, utile a consolidarsi a livello locale e ad uscire dai propri confini.
© Riproduzione Riservata